Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

martedì 3 novembre 2020

Fermati 1 minuto. La dolce violenza dell'amore

Lettura

Luca 14,15-24

15 Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!». 16 Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. 17 All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. 18 Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. 19 Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. 20 Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. 21 Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. 22 Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. 23 Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. 24 Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».

Commento

Gesù, che è stato invitato a pranzo da un fariseo, ha appena esortato a scegliere bene gli invitati, rivolgendosi agli ultimi della società (poveri, storpi, zoppi, ciechi) perché non avevdo da ricambiare faranno ottenere una ricompensa nei cieli a chi li invita. In tale occasione uno dei commensali pronuncia quello che era probabilmente un detto rabbinico, proclamando la beatitudine di chi "mangerà il pane" nel regno di Dio. 

È l'occasione per Gesù di esprimere, con una parabola, la posizione di rifiuto del Messia in cui si è posto Israele e l'apertura delle porte della salvezza alle genti. Ma è anche una parabola su tutti noi, che ci mostra un Dio più sollecito nel salvare i peccatori di quanto essi lo siano nel ricercare la propria salvezza. Siamo chiamati, infatti, alla salvezza annunciata dal vangelo, che non esclude nessuno che non si escluda da sé. Rischiamo, però, che l'annuncio ci trovi affaccendati nelle cose di questo mondo e disinteressati al diletto che può offrirci "banchettare" con Dio. La parabola ci esorta a non dare per scontato che quest'ultimo privilegio ci spetti di diritto e che ci aspetti mentre ci occupiamo dei nostri affari. Di qui il rifiuto e le scuse dei tre invitati. Eppure il terreno acquistato sarà ancora lì, i buoi normalmente vengono provati prima di comprarli, il matrimonio esonerava dal servizio militare e dai viaggi di affari, ma non dal partecipare a una cena. 

Ognuno di noi può cadere nella tentazione di non dare la dovuta importanza all'offerta di chi ci invita, mentendo a lui e a se stesso nel dichiarare che non è possibile accettare o che si ha altro da fare. Piuttosto che dare per scontata, una "elezione irrevocabile", sentendoci parte della "stirpe" dei salvati, dovremmo preoccuparci del rischio da parte nostra di rifiutare il vangelo con scuse banali. In tal caso ci passerà avanti colui che non si aspetta di essere invitato, che non se ne ritiene degno, il quale sperimenterà la dolce violenza dell'amore, la forza della parola di Dio, che lo attira a condividere la sua beatitudine.

Preghiera

Donaci la gioia di essere salvati, Signore. La ricerca della comunione con te prevalga sulle sollecitudini del mondo; affinche possiamo partecipare, nella vita futura, al tuo banchetto celeste. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona