Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

martedì 6 ottobre 2020

William Tyndale. Quando si moriva per amore della Bibbia

Anglicani e luterani celebrano oggi la memoria di William Tyndale, martire e traduttore della Bibbia.

Il 16 ottobre del 1536 finisce i suoi giorni strangolato e poi arso nel cortile del castello di Vilvoorde, in Belgio, William Tyndale, primo traduttore della Scrittura in lingua inglese.

William era nato attorno al 1494 nel Gloucestershire. Aveva studiato a Oxford e a Cambridge, venendo a contatto con le idee riformatrici di John Wycliff e dei Lollardi (riformatori inglesi). Colpito dalla scarsa conoscenza delle Scritture che era facile riscontrare presso il clero inglese di quel tempo, Tyndale decise di dedicarsi anima e corpo a una traduzione integrale della Bibbia in lingua corrente, anche avvalendosi dell'edizione erasmiana del Nuovo Testamento greco.

William Tyndale (1494-1536)

Rivoltosi al vescovo di Londra per ottenere sostegno al suo progetto, ne fu fortemente sconsigliato. Amareggiato, William decise allora di lasciare definitivamente il suo paese. Stabilitosi ad Amburgo, egli si mise all'opera, e presto inviò le prime copie delle sue traduzioni in Inghilterra. Attaccato a più riprese anche per le sue simpatie verso il movimento della Riforma, nel 1535 Tyndale fu arrestato e accusato pubblicamente di eresia. Senza alcun processo, fu decretata ed eseguita la sua condanna a morte.

La sua traduzione delle Scritture, tanto osteggiata dalle autorità civili ed ecclesiali, costituirà paradossalmente la base della Authorised Version, meglio nota come «Bibbia di re Giacomo», la più amata e diffusa versione inglese dell'Antico e del Nuovo Testamento.

Tracce di lettura

Lettore, io ti esorto, presta la cura necessaria per accostarti con una mente pura, e come dice la Scrittura, con un occhio semplice alle parole della salvezza e della vita eterna; grazie ad esse se ci pentiamo e presteremo loro fede, potremo nascere di nuovo, essere ricreati, e godere i frutti del sangue di Cristo. È un sangue, il suo, che non grida vendetta, come quello di Abele, ma che ci ha acquistato la vita, l'amore, il favore, la grazia, la benedizione e ogni promessa contenuta nelle Scritture per coloro che credono e obbediscono a Dio; e lo stesso sangue sta fra noi e l'ira, la vendetta, la maledizione e tutte quelle cose che la Scrittura sembra minacciare per gli increduli e i disobbedienti, quanti cioè resistono e non acconsentono alla legge di Dio nei loro cuori, alla sua legge equa, santa, buona e giusta. (W. Tyndale, Lettera al lettore del Nuovo Testamento)

- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose