Isacco il Siro (o di Ninive) nacque nella prima metà del VII secolo nella regione del Qatar, sulle rive del Golfo Persico.
Ordinato vescovo dal catholicos di Seleucia-Ctesifonte tra il 661 e il 681, gli fu affidata la chiesa di Ninive. Ma dopo soli cinque mesi egli abbandonò il servizio episcopale, ritirandosi nel monastero di Rabban Shabur, nell'attuale Iran. Qui trascorse gli ultimi anni di vita e, divenuto cieco per «l'assidua lettura della Scrittura», dettò i suoi insegnamenti spirituali ai discepoli che li misero per iscritto. Alla sua morte, avvenuta verso la fine del VII secolo, Isacco fu sepolto nello stesso monastero di Rabban Shabur.
Isacco di Ninive (VII sec.) |
Il suo insegnamento, trasmesso da due collezioni di discorsi, fu riconosciuto fin dal IX secolo come uno dei pilastri della spiritualità cristiana; e, nonostante le lacerazioni ormai ben profonde tra le chiese, questi scritti conobbero una straordinaria diffusione, come testimoniano le antiche traduzioni in greco, arabo, georgiano, etiopico, slavone e latino. Profondo conoscitore dell'umano oltre che del divino, appassionato investigatore dell'incarnazione di Cristo, Isacco invita a leggere nell'umano il divino e nel divino l'umano: «Sforzati di entrare nella stanza del tesoro del tuo cuore e vedrai il tesoro del cielo ... Trova la pace in te stesso, e sia la terra che il cielo ti ricolmeranno di pace». Tutto però dev'essere custodito da quelli che sembrano essere i due contrafforti del suo insegnamento spirituale: l'umiltà e la compassione. Così riassume il suo pensiero un monaco arabo del IX secolo: «Isacco ha predicato con insistenza l'amore della misericordia, che è il fondamento dell'adorazione, e l'umiltà che è il baluardo della virtù».
La data odierna è quella dell'unico antico sinassario orientale che riporta espressamente la memoria di Isacco di Ninive.
Tracce di lettura
C'è un'umiltà che viene dal timore di Dio, e ce n'è una che viene dall'amore di Dio. C'è chi è stato reso umile dal timore di lui, e c'è chi è stato reso umile dalla gioia di lui. All'uno si accompagna la compostezza delle membra, l'ordine nei sensi e un cuore sempre contrito; all'altro invece una grande dilatazione e un cuore che fiorisce e che non può essere contenuto. (Isacco di Ninive, Discorsi spirituali)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose