L'anima che confida nelle proprie forze cadrà sempre; quella che non si fida di se stessa non cadrà mai. (...)
D'ora innanzi vigilerò per non appoggiarmi mai su me stesso. Come arrivare a non vedere, a non volere e a non fare nulla se non sotto l'influsso della grazia Certo, non è opera di un giorno; arrivare a questo punto vuol dire toccare l'apice della santità, poiché dove semina solo la grazia miete solo la gloria di Dio. (...)
La ricerca della mia soddisfazione mi trascinerà più o meno nel disordine, secondo che avrò più o meno trascurato le mie sorgenti di grazia. Quanto meno mi stupirò, tanto meno mi turberò, fino a non scoraggiarmi più. Lo stupore, il turbamento e lo scoraggiamento dopo una colpa sono frutto dell'orgoglio. Si credeva buono e vedendosi cattivo se ne stupisce. Si credeva bello e, vedendosi deforme, ne è indispettito e turbato. Si credeva forte e, sentendosi debole, ne è scoraggiato. Si ostina a non volere andare alla sorgente che sola dà la bontà, la bellezza e la forza. Ascoltarlo è un male più grande della stessa caduta, poiché è una discesa nella caduta, che impedisce all'umiltà di ricavare, dalla caduta, i frutti di salvezza che essa sa trarre da tutto, anche dal peccato.
Sono caduto perché mi sono appoggiato a una canna spezzata qual sono io. Mi ci sono appoggiato ed essa è entrata nella mano e l'ha ferita (cfr. Is 36,6). Invece di stupirmi, di irritarmi, di scoraggiarmi seguendo gli incitamenti dell'orgoglio, che vorrebbe lasciarmi a terra e rialzarsi lui più robusto, io lo abbatterò mediante un grazie riconoscente, che mi getterà nelle braccia di Dio., il quale guarirà subito la mia ferita e, mediante la sua grazia, mi renderà la bontà, la bellezza e la forza.
François de Sales Pollien, Certosino
François de Sales Pollien (1853-1936) |