Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

mercoledì 3 dicembre 2025

Francesco Saverio, evangelizzatore dell'Oriente

Oggi la chiesa cattolica e le chiese della comunione anglicana ricordano Francesco Saverio, presbitero e missionario in Estremo Oriente. Nato nel 1506 nel castello di Xavier in Navarra, membro di una famiglia nobile, Francisco de Jassu y Xavier lasciò la Navarra per proseguire gli studi a Parigi, dove avvenne la svolta della sua vita, quando si trovò a condividere l'alloggio con Ignazio di Loyola. Dopo aver resistito lungamente all'enorme attrattiva esercitata su di lui dal compagno di studi, Francesco fu uno dei primi Gesuiti che emisero i voti a Montmartre. Ordinato presbitero a 31 anni, egli si mise totalmente a disposizione della chiesa, e presto fu inviato in missione nelle Indie orientali. Senza esitare, Francesco sbarcò prima in Mozambico, poi a Goa, sulla costa occidentale dell'India, nel 1542. Egli portò quindi il vangelo nello Sri Lanka, a Malacca e nelle Molucche. Sentendosi chiamato a portare sempre più lontano il lieto annuncio di Cristo, Francesco raggiunse nel 1548 il sud del Giappone, dove fondò le prime comunità cristiane. Dal Giappone egli partì alla volta della Cina, ma fu il suo ultimo viaggio; preso da forti febbri, Francesco fu condotto sull'isola di Sanchnan, dove morì la notte fra il 2 e il 3 dicembre del 1552. Per la sua enorme attività missionaria, Francesco Saverio fu proclamato nel 1927 dalla chiesa cattolica patrono delle missioni assieme a Teresa di Lisieux.

Tracce di lettura

Dio nostro Signore concederà la grazia, a coloro che verranno in questi luoghi, di trovarsi in pericolo di morte, e questo non si può evitare se non a costo di pervertire l'ordine della carità; mentre invece, adempiendola, dovranno sopportare ogni pericolo, rammentando che sono nati per morire per il loro Redentore e Signore, e che per questa causa e motivo devono possedere le forze spirituali. E poiché io stesso ne sono privo e vado in luoghi dove ne ho molto bisogno, per amore e servizio di Dio nostro Signore vi prego di avere un particolare ricordo di me, raccomandandomi a tutti i membri della Compagnia. (Francesco Saverio, Lettere a Ignazio di Loyola)

- Dal martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose


Fermati 1 minuto. Le mani di Gesù e le mani dei suoi discepoli

Lettura

Matteo 15,29-37

29 Allontanatosi di là, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, si fermò là. 30 Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì. 31 E la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi raddrizzati, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E glorificava il Dio di Israele. 32 Allora Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada». 33 E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». 34 Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?». Risposero: «Sette, e pochi pesciolini». 35 Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, 36 Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla. 37 Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene.

Commento

Gesù giunge nella "Galilea delle genti" (Mt 4,15; Is 8,23), terra dei pagani, e qui si ferma su un monte. Questo monte diviene il luogo in cui la folla che lo ha seguito viene raccolta, curata e nutrita. 

L'intero contesto è collegato con l'adempimento escatologico delle promesse fatte a Israele, quando il suo Dio sarà glorificato da uomini di ogni popolo e nazione (Ap 5,9). Gesù non siede su un trono o in un tribunale ma su una montagna, affinché tutti possano vederlo e chiunque possa accedere a lui; la sua salvezza è ora alla portata di tutti. 

Vengono accompagnati a Gesù molti malati, che egli risana, dando valore all'azione di intercessione di chi glieli ha condotti. Un canto nuovo viene innalzato a Dio quando i ciechi vedono, i muti parlano e gli zoppi camminano. Ciò che era una malattia, un limite, un deficit, diviene nell'incontro con la grazia di Cristo un'occasione di lode. 

Il Signore conosce la nostra fatica nel seguirlo e si prende cura delle nostre necessità, si preoccupa affinché non veniamo meno durante il viaggio. Rende i suoi discepoli compartecipi di questa preoccupazione e chiede di sfamare la folla, facendo passare per la sua benedizione il poco che hanno.

Se la grazia a volte non raggiunge chi ne ha bisogno, dovremmo esaminare noi stessi e interrogarci se siamo quelle mani che Dio si aspetta di trovare per elargirla.

Preghiera

Signore, noi ci affidiamo alle tue cure e ci sediamo alla tua presenza, nell'attesa di ricevere il nutrimento per le nostre anime secondo le vie della tua misericordia. Amen.