Il Novecento ha visto una rinascita del progetto di un'Alleanza Evangelica, ma con cambiamenti significativi nel panorama teologico. Due movimenti cruciali che hanno influenzato questo contesto sono il pentecostalismo e il fondamentalismo.
Il pentecostalismo, emerso dall'era dei risvegli evangelici del Galles e di Azusa Street, ha enfatizzato l'esperienza diretta dello Spirito Santo nella vita cristiana, introducendo una nuova dimensione spirituale che ha attraversato le denominazioni evangeliche esistenti.
Il movimento fondamentalista, a sua volta, è emerso in risposta al liberalismo teologico, riaffermando i fondamenti tradizionali della fede cristiana attraverso una serie di opuscoli noti come "The Fundamentals". Questi movimenti, seppur trasversali alle varie denominazioni, hanno introdotto una nuova enfasi sulla purezza dottrinale e sull'autorità delle Scritture.
Tuttavia, entrambi questi movimenti hanno guardato con scetticismo all'ecumenismo emergente rappresentato dalla conferenza missionaria di Edimburgo del 1910. Il pentecostalismo ha enfatizzato la necessità di una vera esperienza spirituale come base per l'unità cristiana, mentre il fondamentalismo ha visto l'ecumenismo come una minaccia al rigore dottrinale.
L'evoluzione dell'ecumenismo ha portato alla creazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) ad Amsterdam nel 1948, ma molti evangelici non hanno trovato in questa piattaforma una base adeguata per l'unità evangelica, a causa del suo pluralismo teologico e della sua inclinazione al nominalismo cristiano.
Di conseguenza, nel 1951 è stata fondata l'Alleanza Evangelica Mondiale, che si è collegata all'ideale dell'Alleanza Evangelica del 1846 e ha offerto un'alternativa per esprimere un'unità basata su una comprensione comune della fede evangelica.
In Italia, le dinamiche globali hanno trovato riflesso nella nascita della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) nel 1967, ma molti evangelici conservatori hanno preferito non aderire a causa delle sue aperture al protestantesimo moderno.
La "risorgenza evangelica" post-seconda guerra mondiale ha spinto l'evangelismo italiano a partecipare alla cooperazione internazionale, culminata nella creazione dell'Alleanza Evangelica Italiana nel 1974. Questa Alleanza si è distinta per un impegno verso una fede evangelica risvegliata, ma ancorata alla tradizione e alla fedeltà alla Parola di Dio.
In sintesi, l'Alleanza Evangelica si è posta come un punto di riferimento per un'unità evangelica basata su una comprensione comune della fede, resistendo alle tendenze individualiste e promuovendo la collaborazione nell'evangelizzazione e nella difesa della verità evangelica.