Lettura
Giovanni 7,1-30
1 Dopo queste cose, Gesù se ne andava per la Galilea, non volendo fare altrettanto in Giudea perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2 Or la festa dei Giudei, detta delle Capanne, era vicina. 3 Perciò i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qua e va' in Giudea, affinché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. 4 Poiché nessuno agisce in segreto quando cerca di essere riconosciuto pubblicamente. Se tu fai queste cose, manifèstati al mondo». 5 Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui. 6 Gesù quindi disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo, invece, è sempre pronto. 7 Il mondo non può odiare voi; ma odia me, perché io testimonio di lui che le sue opere sono malvagie. 8 Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto». 9 Dette queste cose, rimase in Galilea.
10 Ma quando i suoi fratelli furono saliti alla festa, allora vi salì anche lui; non palesemente, ma come di nascosto. 11 I Giudei dunque lo cercavano durante la festa, e dicevano: «Dov'è quel tale?» 12 Vi era tra la folla un gran mormorio riguardo a lui. Alcuni dicevano: «È un uomo per bene!» Altri dicevano: «No, anzi, svia la gente!» 13 Nessuno però parlava di lui apertamente, per paura dei Giudei.
14 Verso la metà della festa, Gesù salì al tempio e si mise a insegnare. 15 Perciò i Giudei si meravigliavano e dicevano: «Come mai conosce le Scritture senza aver fatto studi?» 16 Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. 17 Se uno vuole fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio. 18 Chi parla di suo cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato, è veritiero e non vi è ingiustizia in lui. 19 Mosè non vi ha forse dato la legge? Eppure nessuno di voi mette in pratica la legge! Perché cercate d'uccidermi?» 20 La gente rispose: «Tu hai un demonio! Chi cerca di ucciderti?» 21 Gesù rispose loro: «Un'opera sola ho fatto, e tutti ve ne meravigliate. 22 Mosè vi ha dato la circoncisione (non che venga da Mosè, ma viene dai padri); e voi circoncidete l'uomo in giorno di sabato. 23 Se un uomo riceve la circoncisione di sabato affinché la legge di Mosè non sia violata, vi adirate voi contro di me perché in giorno di sabato ho guarito un uomo tutto intero? 24 Non giudicate secondo l'apparenza, ma giudicate secondo giustizia».
25 Perciò alcuni di Gerusalemme dicevano: «Non è questi colui che cercano di uccidere? 26 Eppure, ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono nulla. Che i capi abbiano riconosciuto per davvero che egli è il Cristo? 27 Eppure, costui sappiamo di dov'è; ma quando il Cristo verrà, nessuno saprà di dove egli sia». 28 Gesù dunque, insegnando nel tempio, esclamò: «Voi certamente mi conoscete e sapete di dove sono; però non sono venuto da me, ma colui che mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. 29 Io lo conosco, perché vengo da lui, ed è lui che mi ha mandato». 30 Cercavano perciò di arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso, perché l'ora sua non era ancora venuta.
Commento
La festa delle capanne aveva inizio il 15 del settimo mese (Tishri) del calendario ebraico (tra settembre e ottobre). In origine era una celebrazione agricola di ringraziamento per il raccolto, in seguito è associata alla permanenza di Israele nel deserto sotto le tende (Lc 23,39-43; Dt 16,13-15). Le persone che vivevano nella aree rurali costruivano piccole capanne in cui dimorare durante la settimana della festa; quelle delle aree urbane costruivano simili strutture nel cortile delle case. La festa era anche caratterizzata dall'accensione di molte luci.
I fratelli di Gesù menzionati in questo passo evangelico - in numero di quattro secondo Matteo (13,55) e Marco (6,3) - non sono mai presentati come discepoli fin dopo la risurrezione (At 1,4). Poiché Gesù è nato da un parto virginale si tratta di fratellastri.
La richiesta di una dimostrazione pubblica dei poteri di Gesù da parte dei suoi parenti potrebbe riflettere un'argomentazione giudaica contro l'identificazione cristiana di Gesù come il Messia.
Nella discussione con i suoi fratelli Gesù mostra una contrapposizione tra due diversi tempi. Il termine kairos (v. 6) indica il "tempo opportuno"; qui è sinonimo di ora della morte e risurrezione di Gesù. Il tempo dei fratelli di Gesù "è sempre pronto", sempre opportuno, diversamente da quello di Gesù che è regolato dalla volontà di Dio. Tutta la storia della salvezza è proiettata verso quell'ora suprema in cui Gesù "Prima della festa di Pasqua, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine." (Gv 13,1). Con quell'ora dovrà confrontarsi la porzione di tempo che costituisce la nostra personale storia in questo mondo. Dedicando a Cristo il nostro lavoro, la nostra preghiera, la nostra vita, la sua ora diventa la nostra ora ed egli ci guida verso la pienezza della sua gloria.
A metà della solennità Gesù decide di andare alla festa in incognito (non è ancora il momento dell'ingresso solenne che precederà la sua Passione) e sale al tempio per insegnare; è la prima volta che lo fa a Gerusalemme. Le sue parole creano sorpresa e sconcerto. Gesù ribadisce la legittimità della guarigione del paralitico compiuta di sabato, comparandola all'atto della circoncisione che si può eseguire senza violare il riposo sabbatico, poiché la sua istituzione, di epoca patriarcale, è precedente alla legge mosaica. Gesù afferma anche la contradditorietà di chi si preoccupa di una parte del corpo con la circoncisione ma non della salute del corpo intero ("voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato?"; v. 23).
La reazione della folla, composta da capi giudei, galilei ed ebrei della diaspora giunti a Gerusalemme per la festa, è contrastante: per alcuni egli "è buono", per altri "inganna la gente" (v. 11). C'è persino chi accusa Gesù di essere posseduto da uno spirito demoniaco, da cui un tempo veniva fatta derivare la pazzia. Molti non riconoscono il carattere messianico di Gesù perché non sono capaci di accogliere la sua umanità, la natura divina che si rivela nella carne, la meraviglia che si cela dietro ciò che è apparentemente ordinario.
Gesù non tenta di dimostrare quanto afferma, si limita a indicare la stretta relazione tra il compimento della volontà di Dio e la capacità di discernere la verità (v. 17). La parola di Dio, che nel rivelarsi illumina e rende saggio il semplice (Sal 119,130), è parola vivente, parola che si è fatta uomo. Tanto più ci conformeremo a Cristo, tanto più parteciperemo della divina sapienza.
Preghiera
Apri i nostri occhi, Signore, alla contemplazione della tua gloria; affinché possiamo discernere ciò che è a te gradito e riconoscere in te la fonte della nostra salvezza. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona