La chiesa copta ricorda il 6 del mese di barmūdah Maria Egiziaca, penitente nel deserto palestinese. I dati storici su questa asceta di origine egiziana si riducono all'esistenza della tomba di una santa solitaria in terra palestinese, ma straordinario fu l'impatto che ebbero sia in oriente che in occidente le Vite leggendarie sorte a suo riguardo. La più celebre e antica, tradotta in tutte le lingue della cristianità, è quella attribuita a Sofronio di Gerusalemme. Zosimo, ieromonaco in una laura del Giordano, va a trascorrere la quaresima nel deserto e vi incontra una donna consumata dal sole, rivestita soltanto dei propri capelli. Dopo aver ricevuto da Zosimo un mantello per coprirsi, Maria racconta la sua storia. Egiziana di origine, era fuggita di casa per vivere in modo dissoluto ad Alessandria. In cerca di nuove avventure, si era unita ad alcuni pellegrini che si recavano a Gerusalemme. Giunti nella Città Santa, secondo Sofronio una forza misteriosa le impedì di entrare al Santo Sepolcro. Di fronte a un'icona della Vergine, a Maria fu infine rivelato il cammino di penitenza che avrebbe dovuto compiere. Essa partì con tre pani per il deserto, dove visse per quarantasette anni. Zosimo fu l'unico essere umano incontrato da Maria nel deserto, e sarà lui a seppellirla con l'aiuto di un leone l'anno successivo, quando tornerà per portarle l'eucaristia il Giovedì santo.
Nelle chiese bizantine, Maria Egiziaca è la penitente per eccellenza, l'immagine del pénthos che dovrebbe accompagnare la conversione di ogni credente: viene ricordata alla fine di ogni Ode e con particolare solennità la quinta domenica di quaresima.
Tracce di lettura
Appena si fece luce, passai dall'altra parte del Giordano e chiesi alla santa Vergine che mi portasse dove a lei piaceva. Giunsi allora in questo deserto e da allora fino a oggi mi sono sempre allontanata fuggendo e nell'attesa del mio Dio, che salva i piccoli e i grandi che si convertono a lui.
(Pseudo-Sofronio di Gerusalemme, Vita di santa Maria Egiziaca 18)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose