Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 4 settembre 2020

Fermati 1 minuto. Un abito completamente nuovo

Lettura

Luca 5,33-39

33 Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!». 34 Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? 35 Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». 36 Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. 37 E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. 38 Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. 39 Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».

Commento

La legge ebraica prevedeva il digiuno solo una volta l'anno per la celebrazione dello Yom Kippur, ovvero il Giorno dell'espiazione. Tutti gli altri digiuni erano iniziative volontarie e diventavano spesso, al tempo di Gesù, un'occasione per ostentare la propria religiosità. L'unico digiuno del Signore menzionato nei Vangeli è quello compiuto nel suo ritiro di quaranta giorni nel deserto, prima di dare avvio al suo ministero. Tale digiuno è compiuto in forma privata, lontano dagli occhi del mondo, come d'altra parte egli inviterà a fare durnte la sua predicazione (Mt 6,16-18).

Il richiamo dell'immagine delle nozze rimanda al nuovo rapporto sponsale di Dio con il suo popolo, nella persona e nella missione di Gesù. Non comprendendo la portata dell'evento che Gesù, Figlio di Dio incarnato, rappresenta nella storia di Israele e dell'umanità tutta, questi discepoli di Giovanni e il gruppo di farisei non riescono ad apprezzare, possiamo dire a "gustare", il vino nuovo del vangelo.

L'insegnamento di Gesù non è un "rattoppo" del giudaismo, né il vangelo può essere semplicemente un adattamento alla Legge mosaica. Vi è in esso un fermento tale da far scoppiare gli otri dell'antica religiosità ebraica; la stoffa pregiata e di nuova tessitura rappresentata dal Figlio di Dio può solo lacerare la stoffa vecchia se cucita a forza su di essa.

Gesù stesso verrà "lacerato", "strappato" ai suoi discepoli, dai dottori della vecchia legge: questo il senso della parola greca apairomai, che preannuncia la fine violenta del Messia.
Anche i cristiani, rischiano di accontentarsi del vino vecchio, ignorando la novità che il vangelo porta sempre con sé nella vita personale, nelle comunità, nell'"oggi". 

Per questo nessun vero credente cercherà di essere la copia - brutta o bella che sia - di un credente del passato, per quanto la memoria dei testimoni della fede possa essere un utile stimolo alla crescita spirituale. Il Signore vuole che la sua parola fermenti in noi producendo un vino unico e vuole intessere con le nostre vite un abito completamente nuovo.

Preghiera

Tu ci hai intessuti nel seno materno Signore; la tua grazia porti in noi a compimento ciò che hai stabilito per i nostri giorni quando ancora non ne esisteva uno. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona