Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

mercoledì 9 settembre 2020

Fermati 1 minuto. Il vangelo in quattro parole

Lettura

Luca 6,20-26

20 Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:
«Beati voi poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
21 Beati voi che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi che ora piangete,
perché riderete.
22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti.
24 Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già la vostra consolazione.
25 Guai a voi che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi che ora ridete,
perché sarete afflitti e piangerete.
26 Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.
Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

Commento

Le beatitudini sono il sommario della legge di tutto l'evangelo, il suo cuore pulsante, che racchiude il senso dell'intera predicazione di Gesù. L'evangelista Luca le riassume in quattro rispetto alle nove di Matteo, e le controbilancia facendole seguire da quattro maledizioni. Gesù alza gli occhi verso i suoi discepoli prima di pronunciarle (v. 20); questo ci fa pensare che forse la narrazione di Luca si riferisce a un'occasione più intima rispetto al discorso riportato nel Vangelo di Matteo, dove Gesù "vedendo le folle salì sulla montagna" (Mt 5,1). 

L'oggetto delle quattro beatitudini sono rispettivamente: la povertà, la fame, il pianto e la persecuzione. Quello delle quattro maledizioni la ricchezza, la sazietà, il riso e la buona fama. Bisogna fare qui delle importanti precisazioni: Gesù non esalta la povertà di per sé; ma mostra una particolare predilezione per coloro che sono messi ai margini della società, fino a proclamare la beatitudine per coloro che "a causa del Figlio dell'uomo" (v. 22) incorrevano nella scomunica dalla sinagoga, venendo votati alla perdizione. Tante volte anche nella storia della chiesa sono stati messi al bando coloro che si sono opposti profeticamente al tradimento dei valori evangelici.

La prima maledizione riguarda un pericolo dal quale Gesù frequentemente mette in guardia nella sua predicazione: "non si può servire Dio e la ricchezza" (Mt 6,24). Accumulare e gestire la ricchezza richiede tempo e dispendio di energie, che inevitabilmente vengono sottratte alle prerogative del regno. 

La semplicità di vita, nell'attesa della paraklesis, ovvero della consolazione (v. 24) alla fine dei tempi è il tratto distintivo del vero discepolo, il quale fin d'ora, come afferma Paolo nella sua Prima lettera ai Corinti, vive come se non appartenesse più a questo mondo: "Questo vi dico, fratelli: il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l'avessero; coloro che piangono, come se non piangessero e quelli che godono come se non godessero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano del mondo, come se non ne usassero appieno: perché passa la scena di questo mondo!" (1 Cor 7,29-31).

Sentirsi "ricchi", sentirsi "sazi", sentirsi "a posto con la coscienza" grazie al giudizio compiacente dei falsi profeti, determinano l'allontanamento dalla via della vita e dalla beatitudine nel regno dei cieli.
Gesù cerca persone "affamate" e "assetate" di verità, giustizia, consolazione, e della sua grazia: "Beato l'uomo che non indugia nella via dei peccatori, sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua" (Sal 1,1.3).

Preghiera

La tua grazia, Signore, ci assista nel cammino lungo le vie della giustizia, per giungere alla beatitudine che attende i tuoi discepoli nei cieli. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona