Nel 407 muore in esilio Giovanni Crisostomo, padre della chiesa e pastore. Giovanni nacque ad Antiochia attorno al 347. Ricevuto il battesimo in età adulta, entrò presto a far parte del clero antiocheno come lettore. Intrapresa la vita cenobitica, dopo soli quattro anni egli abbandonò il monastero per praticare una vita più appartata. Ma la sua salute non gli permise di perseverare in tale proposito; egli accettò dunque l'invito del vescovo che lo richiamava in città per farne un suo stretto collaboratore. Per dodici anni, allora, Giovanni, soprannominato per la sua eloquenza Crisostomo cioè «bocca d'oro», predicò a tempo e fuori tempo; nelle sue omelie egli denunciò gli abusi e le colpe del clero, e assunse la difesa dei poveri condannando le ingiustizie sociali. Nel 397 fu eletto patriarca di Costantinopoli, e si preoccupò subito di rinvigorire la vita spirituale della diocesi, riformando il clero e le comunità monastiche. Al tempo stesso istituì ospedali e si adoperò per alleviare i disagi delle fasce più povere della popolazione. Poiché non risparmiava nella sua ardente predicazione né i ricchi né i potenti, Giovanni fu deposto dalla carica episcopale ed esiliato. Richiamato dopo breve tempo, poté riprendere la sua attività pastorale, ma soltanto per due mesi. Arrestato mentre celebrava la Pasqua a Costantinopoli, fu nuovamente esiliato.
Stremato ormai dalle faticose tappe del suo esilio, Crisostomo morì il 14 settembre del 407, lontano dal gregge che aveva tanto amato. La sua festa è anticipata di un giorno in occidente e posticipata al 13 novembre in oriente, per evitarne la sovrapposizione con l'Esaltazione della Croce.
Tracce di lettura
Che cosa fanno i prìncipi e i re della terra con tutti i loro tesori? Costruiscono superbi palazzi, mura difensive per le città, piazzeforti, usano anche catenacci, solide porte, guardie per proteggere i loro tesori. Gesù Cristo agisce in modo opposto. Il tesoro che egli affida è semplicemente racchiuso in un vaso di argilla, come dice san Paolo. Ma se questo tesoro è prezioso, perché il vaso che lo contiene ha la fragilità dell'argilla? È di proposito, affinché il tesoro, lungi dal dovere la sua preservazione al vaso, lo preservi lui da ogni rottura.
(Giovanni Crisostomo, Omelie)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose
Giovanni Crisostomo (ca 347-407) |