Lettura
Luca 17,7-10
7 Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? 8 Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? 9 Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10 Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».
Commento
Il messaggio di questo brano evangelico è che nessuno deve avanzare pretese di sorta, perché il servizio reso a Dio è un dovere da assolvere per se stesso, non in vista di un premio finale, che comunque non mancherà.
Per quanto bene possiamo fare, Dio non sarà mai nostro debitore, perché quel che egli ci dona è gratuito e infinitamente superiore al bene compiuto: "Nessuno può riscattare se stesso, o dare a Dio il suo prezzo. Per quanto si paghi il riscatto di una vita, non potrà mai bastare per vivere senza fine, e non vedere la tomba" (Sal 48,8-10).
Men che meno esistono opere "supererogatorie", meriti da noi ottenuti oltre ciò che ci era richiesto, meriti in eccesso da applicare a chi desideriamo. Gesù è chiaro: siamo servi inutili (v. 10). Tutto è grazia, che proviene dalle mani di Dio.
Se Dio non ha alcun debito con noi egli si sente però in debito con il suo stesso onore nel mantenere la sua promessa di salvezza. Ci salviamo non perché noi siamo fedeli, ma perché Dio è fedele. E se le nostre buone opere non sono profittevoli davanti a Dio lo sono senz'altro davanti agli uomini, a coloro che attendono il nostro soccorso, il nostro conforto, la nostra compassione: "ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40).
Preghiera
Liberaci Signore, dall'amore mercenario e dalla presunzione di essere tuoi creditori. Insegnaci a rispondere con l'amore alla gratuità del tuo amore. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona