Lettura
Luca 23,33.39-43
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra.
39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». 40 Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41 Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». 42 E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». 43 Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso».
Commento
Spogliato, umiliato, Gesù giunge al luogo della sua crocifissione, la cui inquietudine è attestata già nel nome. Il "luogo del cranio" (golgota, in aramaico) è una specifica allusione alla forma della collina o la generica indicazione di un rialzo di terreno. L'immagine è evocata dal fatto che in esso venivano eseguite le condanne a morte.
Lo scherno del malfattore che insulta il Signore riguarda la negazione della possibilità di salvezza offerta da Dio. L'altro malfattore riconosce invece l'innocenza di Gesù: «egli non ha fatto nulla di male» (v. 41) e riconosce la sua regalità, anche sulla morte: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (v. 42). Egli, inoltre, appellandosi a Gesù riconosce di potere sperare solo nella grazia divina e che la dispensazione della grazia passa attraverso le mani di Cristo.
Il termine "paradiso" è utilizzato due sole altre volte nel Nuovo Testamento (2 Cor 12,4; Ap 2,7) e indica un giardino; è la stessa parola usata per l'Eden nel libro della Genesi. La morte è una terra desolata e solo la fede può consentirci di attraversarla in compagnia di Gesù, riconosciuto come Salvatore. La terra che ci attende, attraverso la sua promessa, è un luogo di pace, rigoglioso di vita.
L'episodio del malfattore pentito è narrato solo da Luca, che nel suo Vangelo mostra sempre particolare interesse ai fatti di conversione. L'«oggi» (v. 43) in cui il malfattore pentito potrà entrare in paradiso rappresenta l'orizzonte della salvezza aperto dalla morte di Gesù, preceduta da un gesto di perdono e di amore.
Luca rileva più volte che la salvezza è possibile già ora, nell'incontro con il Signore: La voce dell'angelo annuncia ai pastori «Oggi vi è dato nella città di Davide un salvatore» (Lc 2,11); Gesù proclama a Zaccheo «Oggi la salvezza è entrata in questa casa» (Lc 19,9). Questo «oggi» vale anche per i lettori del Vangelo, che possono incontrare adesso la salvezza in Gesù Cristo. La croce di Cristo, sospesa tra cielo e tera, è la scala che conduce gli uomini al luogo dove Dio «tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate» (Ap 21,4).
Preghiera
Infondi in noi la fede, Signore, per guardare con coraggio alla morte, non come all'ultima parola, ma come il transito a un'esistenza di comunione piena con te e con coloro che ci hanno preceduto. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona