Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

sabato 16 novembre 2024

Assidui e concordi nella preghiera. Commento al Salterio - Salmo 30

Lettura

Salmi 30

1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
per la tua giustizia salvami.
3 Porgi a me l'orecchio,
vieni presto a liberarmi.
Sii per me la rupe che mi accoglie,
la cinta di riparo che mi salva.
4 Tu sei la mia roccia e il mio baluardo,
per il tuo nome dirigi i miei passi.
5 Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
6 Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele.
7 Tu detesti chi serve idoli falsi,
ma io ho fede nel Signore.
8 Esulterò di gioia per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria,
hai conosciuto le mie angosce;
9 non mi hai consegnato nelle mani del nemico,
hai guidato al largo i miei passi.
10 Abbi pietà di me, Signore, sono nell'affanno;
per il pianto si struggono i miei occhi,
la mia anima e le mie viscere.
11 Si consuma nel dolore la mia vita,
i miei anni passano nel gemito;
inaridisce per la pena il mio vigore,
si dissolvono tutte le mie ossa.
12 Sono l'obbrobrio dei miei nemici,
il disgusto dei miei vicini,
l'orrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
13 Sono caduto in oblio come un morto,
sono divenuto un rifiuto.
14 Se odo la calunnia di molti, il terrore mi circonda;
quando insieme contro di me congiurano,
tramano di togliermi la vita.
15 Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
16 nelle tue mani sono i miei giorni».
Liberami dalla mano dei miei nemici,
dalla stretta dei miei persecutori:
17 fa' splendere il tuo volto sul tuo servo,
salvami per la tua misericordia.
18 Signore, ch'io non resti confuso, perché ti ho invocato;
siano confusi gli empi, tacciano negli inferi.
19 Fa' tacere le labbra di menzogna,
che dicono insolenze contro il giusto
con orgoglio e disprezzo.
20 Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
ne ricolmi chi in te si rifugia
davanti agli occhi di tutti.
21 Tu li nascondi al riparo del tuo volto,
lontano dagli intrighi degli uomini;
li metti al sicuro nella tua tenda,
lontano dalla rissa delle lingue.
22 Benedetto il Signore,
che ha fatto per me meraviglie di grazia
in una fortezza inaccessibile.
23 Io dicevo nel mio sgomento:
«Sono escluso dalla tua presenza».
Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera
quando a te gridavo aiuto.
24 Amate il Signore, voi tutti suoi santi;
il Signore protegge i suoi fedeli
e ripaga oltre misura l'orgoglioso.
25 Siate forti, riprendete coraggio,
o voi tutti che sperate nel Signore.

Commento

Il Salmo 30 fonde insieme generi differenti: supplica, fiducia, ringraziamento, ma l'atteggiamento fondamentale dell'autore è quello caratteristico dei chasidim, i "fedeli", "pii", che si impegnano in una vita giusta per rispondere alla fedeltà amorosa di Dio.

L'orante rappresenta la fedeltà di Dio attraverso alcune formulazioni arcaiche della fede biblica: la roccia, il baluardo, la cinta di riparo (vv. 3-4). Al versetto 4 si allude anche al Signore come pastore, che dirige i passi del salmista. La fragilità dell'uomo invece è ben rappresentata dalle ossa che si dissolvono (v. 11).

L'abbandono fiducioso nelle mani di Dio è espresso dai versetti 2-9, che potrebbero alludere anche all'asilo nel tempio, sotto la protezione del Signore.

Il versetto 6 del Salmo risuona nelle parole di Gesù prima di morire: «Nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46) e in quelle di Stefano, primo martire cristiano (At 7,59). Il prendere rifugio nel Signore è motivo introduttivo ricorrente nei Salmi (cfr. 7,2; 11,1; 16,1; 70,1).

Nei versetti 10-19 troviamo invece una lamentazione sul male di vivere, sulla morte fisica e su quella morale, anche se non viene meno la fiducia nel Signore, a cui si rivolgono invocazioni molto intense.
Il versetto 11, tradotto a partire dalla versione greca dei Settanta con "inaridisce per la pena il mio vigore" può essere reso più fedelmente all'originale ebraico con "nella mia iniquità...", esprimendo meglio il nesso tra il peccato e la sofferenza.
Il salmista, nel suo sentirsi abbandonato, si paragona a "un rifiuto" (v. 13), alcune tradizioni riportano "un vaso rotto", ossia senza più valore e scartato da tutti. Ma dal versetto 15 si apre uno scorcio di speranza, con il riconoscimento che tutti gli eventi della vita sono stabiliti e regolati dal volere di Dio: "nelle tue mani sono i miei giorni" (v. 16). Il volto splendente del Signore, ricercato dal salmista, è segno della sua benedizione (cfr. Sal 4,7; 66,2). L'espressione richiama anche la formula di benedizione comunicata da Dio a Mosé affinché fosse consegnata ad Aronne e ai suoi figli per benedire Israele: «Il Signore faccia risplendere le sua faccia verso te, e ti sia propizio» (Nm 6,25).

L'ultima parte, composta dai versetti 20-25, approda alla gioia del ringraziamento, aperto da una esclamazione entusiastica: «Quanto è grande la tua bontà, Signore» e concluso da un appello rivolto ai "santi" (chasidim) del Signore: «Amate il Signore voi tutti suoi santi… Siate forti, riprendete coraggio, o voi tutti che sperate nel Signore». I benefici dell'intervento di Dio si estendono così dal salmista a tutti coloro che onorano Dio e lo invocano.

Le angustie descritte dal salmista diventano vangelo e ci parlano del Cristo paziente. Le suppliche sono quelle del Getsemani e del Calvario, che riecheggiano di giorno in giorno attraverso il cuore dolorante della Chiesa in cammino. La gratitudine erompente nella parte conclusiva è quella del Risorto, che si rivolge personalmente a ciascuno di noi, esortandoci a essere forti, coraggiosi, animati dalla speranza nel Signore (v. 25; cfr. Gv 16,33: «abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!»).

Il Salmo 30 ci insegna a fare del grido a Dio non un atto di disperazione, ma un'esperienza di fiducia che si apre alla certezza della sua presenza e del suo amore.

- Rev. Dr. Luca Vona