Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 10 maggio 2024

Fermati 1 minuto. L'ora che genera la vita

Lettura

Giovanni 16,20-23

20 In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia.
21 La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. 22 Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e 23 nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla.
In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà.

Commento

La sofferenza dei santi è gioia per i peccatori, ma l'esperienza dolorosa dei discepoli non è uno stato definitivo, perché Cristo risorto si renderà presente e allora sboccerà la gioia. Per descrivere questo ribaltamento del dolore in felicità, Gesù ricorre all'immagine della madre che partorisce, applicata nell'Antico Testamento all'èra messianica (Is 66,7-9). Alla prova che ora attanaglia i discepoli - "la sua ora" (v. 21) della partoriente fa da parallelo all'ora della passione (Gv 2,4; 13,1) - subentrerà una gioia incorruttibile, legata alla nuova presenza di Gesù dopo la sua glorificazione.

Anziché la parola greca odin, che indica specificamente le doglie del parto, l'evangelista riporta il termine lype, che si riferisce non solo al dolore fisico, ma a quella particolare trepidazione che dà sofferenza intima. La gioia della donna non è motivata solo dall'aver dato alla luce un bambino (gr. paidion), ma un essere umano (gr. anthropos): come Eva gioì esclamando "'Ho acquistato un uomo dal Signore'" (Gn 4,1) i credenti gioiranno per aver acquistato Cristo risorto, culmine della nuova creazione. La loro gioia non potrà essere tolta perché supportata dalle evidenze della risurrezione e suscitata dallo Spirito.

Dopo la risurrezione Gesù apparirà in diverse occasioni ai suoi discepoli (Gv 20,19-29; 21,1-23; 1 Cor 15,1-8). Per quaranta giorni si mostrerà ad essi vivo (At 1,3) e successivamente alla sua ascesa al cielo, resterà presente nella Chiesa con il suo Spirito, fino al suo ritorno, come aveva promesso: "'Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre... Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi'" (Gv 14,16.18). I discepoli potranno indirizzare le loro richieste direttamente al Padre, per mezzo dello Spirito, nel nome di Gesù (v. 23).

Gli Atti riportano che nella chiesa primitiva "i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo" (At 13,52) e "Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore" (At 2,46).

Se le gioie che ci dà il mondo possono esserci tolte da numerose avversità, niente e nessuno potrà separarci dalla gioia che viene dall'amore di Cristo (Rm 8,35-39), tesoro ben custodito in cielo (Mt 6,19-20).

Preghiera

Signore Dio, fonte della gioia, sostienici nelle sofferenze del momento presente, affinché possa manifestarsi in noi la tua gloria. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona