Dio ha scelto di rivelarsi pienamente attraverso Gesù, il suo Figlio, nato da donna e inviato nel mondo per realizzare il suo piano di salvezza. Attraverso di lui, Dio ci offre il dono dell’adozione: non siamo più solo creature, ma figli amati. Questo dono non è un diritto naturale, ma un atto di grazia che ci permette di entrare in una relazione intima con il Padre.
L’Incarnazione di Gesù è il segno supremo dell’amore di Dio. Assumendo la nostra natura umana, egli si è fatto uno di noi, condividendo pienamente la nostra condizione. Questo movimento discendente di amore e sacrificio trova il suo culmine nella croce, dove Gesù dona la sua vita per la redenzione del mondo. Ma in questo dono supremo vi è anche un movimento ascendente: la natura umana viene elevata e riconciliata con Dio.
In Cristo, immagine visibile del Dio invisibile (Col 1,15) e del suo amore sollecito per l'umanità, ci è data la possibilità di essere riconciliati con il Padre e di essere "trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore" (2 Cor 3,18). L'incarnazione è un segno della fedeltà di Dio oltre ogni nostra infedeltà, che ci consente di recuperare l’immagine originaria perduta con il peccato. Il tentatore, nel giardino, aveva ingannato i nostri progenitori con la menzogna: «Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete come Dio» (Gn 3,5). Ma ciò che l’uomo ha cercato di conquistare con la disobbedienza, Dio lo dona con la grazia, attraverso Gesù.
La comunione con Cristo non solo ci restituisce l’immagine perduta, ma ci rende eredi di Dio. Quando il Padre ci guarda, non vede in noi solo creature imperfette, ma figli amati, rivestiti della stessa santità di Cristo. E quando noi preghiamo, possiamo rivolgerci a lui con la fiducia di figli, consapevoli che il suo Spirito è stato effuso nei nostri cuori.
Fatti figli nel Figlio, possiamo davvero dire di essere visti da Dio con gli occhi di un Padre. Non siamo più orfani in terra straniera, ma chiamati a regnare con Cristo. In lui, il Padre ci dice: «Tu sei mio figlio, oggi io ti ho generato» (Sal 2,7) e «Ogni cosa mia è tua» (Lc 15,31).