Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 9 ottobre 2025

Fermati 1 minuto. Gesù, origine e compimento di Abramo

Lettura

Giovanni 8,50-58

50 Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica. 51 In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». 52 Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: "Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte". 53 Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi di essere?». 54 Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria non sarebbe nulla; chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: "È nostro Dio!", 55 e non lo conoscete. Io invece lo conosco. E se dicessi che non lo conosco, sarei come voi, un mentitore; ma lo conosco e osservo la sua parola. 56 Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò». 57 Gli dissero allora i Giudei: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?». 58 Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».

Commento

Oggi ricordiamo la figura di Abramo, padre di tutti i credenti nel Dio unico, dalla cui discendenza sono state benedette tutte le genti della terra. Il Dio delle promesse e dell'Alleanza si lega ad Abramo e alla "moltitudine di genti" di cui sarà chiamato a diventare padre: "Io sono Dio onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò numeroso molto, molto" (Gen 17,1-2).

Abramo "credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia" (Gen 15,6). La sua fede ha un'eco importante nel Nuovo Testamento: "Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava" (Eb 11,8). Il legame tra Dio e Abramo diviene cifra dell'identità del Signore: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe" (Es 3,6).

Il brano evangelico ci pone di fronte a questo legame e insieme a un'incomprensione drammatica. Gesù non cerca la propria gloria perché "c'è chi cerca e giudica" (v. 50), ma la gloria del Padre stesso. La sua parola è viva, appartiene alla vita: "Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno" (Gv 8,51). Eppure lo accusano di essere indemoniato, di credersi più grande di Abramo, più forte della morte.

Gesù tenta di far comprendere che è insieme discendenza di Abramo e sua origine. Rivendica una conoscenza intima con il Padre ed esplicita la gioia di Abramo nel vedere il suo giorno, il tempo messianico. Abramo "vide" con gli occhi della fede ciò che i contemporanei di Gesù non riescono a riconoscere.

Questo provoca la solenne proclamazione: "Prima che Abramo fosse, Io Sono" (v. 58). Non è solo rivendicazione di preesistenza, ma appropriazione del Nome divino rivelato a Mosè. Gesù si identifica con YHWH, il Dio di Abramo. La reazione violenta dei giudei che raccolgono pietre conferma che hanno compreso: è bestemmia o la verità più grande mai pronunciata.

Nella rivelazione di Gesù si adempiono le promesse di Dio. Abramo è padre dei credenti per la fede che anticipa e accoglie Cristo. Possano anche i nostri giorni anelare a questo compimento, riconoscendo nell'"Io Sono" di Gesù la presenza viva del Dio dell'Alleanza, che si è fatto carne per condurci dalla morte alla vita.

Preghiera

Signore Gesù, tu che sei prima di Abramo e il compimento di ogni promessa, donaci la fede per riconoscerti come l'Io Sono che vince la morte e ci conduce alla vita eterna. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona