Il Rev. Dr. Luca Vona
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Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 30 maggio 2025

Dalla critica radicale alla mistica: l'itineriario spirituale di Gottfried Arnold

La Chiesa luterana fa oggi memoria di Gottfried Arnold, teologo in Sassonia.

Gottfried Arnold (1666-1714) fu un teologo e storico della Chiesa tedesco, figura chiave nel Pietismo e nella storiografia religiosa. Il suo pensiero si caratterizzò per una critica radicale alle istituzioni ecclesiastiche e una profonda simpatia per i movimenti ereticali e mistici, considerati da lui come i veri custodi della spiritualità autentica.

Critica alla Chiesa istituzionale

Arnold rifiutò l’ortodossia luterana dominante, sostenendo che la vera fede cristiana fosse stata corrotta dopo l’epoca apostolica, specialmente con l’alleanza tra Chiesa e potere politico sotto Costantino. La sua opera Die erste Liebe (Il primo amore, 1696) idealizzava la comunità cristiana delle origini come modello di purezza e povertà, contrapponendola alla corruzione delle Chiese istituzionali.

Rivalutazione dell’eresia

La sua opera più celebre, Unparteyische Kirchen- und Ketzer-Historie (Storia imparziale della Chiesa e degli eretici, 1699-1700), rivoluzionò la storiografia ecclesiastica. Arnold rifiutò le fonti ortodosse, basandosi invece sugli scritti degli stessi eretici, e arrivò a dichiarare: "Coloro che creano eretici sono i veri eretici, mentre i perseguitati sono i veri credenti". Questo approccio influenzò successivamente pensatori come Goethe e Tolstoj, che ne lodarono l’imparzialità.

Misticismo e spiritualità interiore

Influenzato da Jakob Böhme e dalla teosofia cristiana, Arnold sviluppò un misticismo centrato sull’esperienza soggettiva della fede. La sua opera Geheimniss der göttlichen Sophia (Il mistero della divina Sofia, 1700) introdusse un elemento femminile nella divinità, riflettendo l’influenza della tradizione sapienziale e mistica.

Evoluzione verso una posizione più moderata

Dopo una fase di radicalismo, Arnold si avvicinò a una forma di Pietismo più conciliante, accettando incarichi pastorali nella Chiesa luterana (1704-1714). Tuttavia, mantenne una visione critica verso il dogmatismo, dedicandosi a scritti devozionali che enfatizzavano un cristianesimo interiore e pratico.

Influenza e eredità

Le sue opere ebbero un impatto duraturo sul Pietismo, sull’Illuminismo religioso e su gruppi come i Mennoniti, che apprezzarono la sua difesa delle minoranze spirituali. Inoltre, i suoi inni sacri, alcuni musicati da Bach, rimasero nel repertorio protestante. La sua storiografia "imparziale" aprì la strada a una valutazione più equilibrata dei movimenti religiosi marginali, lasciando un’impronta significativa nella teologia e nella storiografia moderna.