Lettura
Luca 13,22-30
22 Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. 23 Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: 24 «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. 25 Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. 26 Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. 27 Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! 28 Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. 29 Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30 Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi».
Commento
La domanda dei discepoli circa la salvezza evidenzia il contrasto, nel giudaismo dell'epoca, tra i farisei, che sostenevano che la maggior parte degli ebrei si sarebbero salvati, e i circoli apocalittici, in cui prevaleva l'opinione che pochi si sarebbero salvati. Forse è suscitata anche dal fatto che le grandi moltitudini che seguivano Gesù si sono ridotte, verso il termine del suo ministero terreno, a pochi fedeli.
D'altra parte, il messaggio di Gesù scoraggia i tiepidi («chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo»; Lc 14,33) ed egli stesso afferma che angusta è la via e stretta la porta che conduce alla vita, e sono pochi coloro che la trovano (Mt 7,14).
Le parole di Gesù richiamano l'orizzonte escatologico, quando gli uomini saranno giudicati non per il semplice fatto di "conoscerlo", ma per la loro coerenza e fedeltà nel compiere la volontà del Padre. L'ingresso nel regno di Dio di uomini provenienti dai quattro punti cardinali indica l'invito dei pagani al banchetto celeste; un pensiero contrario alla mentalità rabbinica del tempo, ma perfettamente conforme alla letteratura profetica dell'Antico Testamento (Sal 107,3; Is 66,18-19; Mal 1,11).
L'immagine della bontà di Dio, il quale non vuole che alcuno perisca, ma che tutti abbiano il tempo di pentirsi (2 Pt 3,9) non è offuscata dalle parole severe di Gesù, che costituiscono un invito alla conversione. L'uomo è chiamato a fare un uso responsabile della propria libertà, in relazione al suo destino eterno.
Preghiera
Guidaci, Signore, lungo la via del ritorno a te, e ristoraci con il tuo Spirito nel nostro faticoso incedere; affinché possiamo trovare ristoro nel banchetto che hai preparato per i redenti. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona