Fratelli originari di Tessalonica, Cirillo e Metodio abbracciarono la vita monastica in un monastero della Bitinia.
Nell'862 furono inviati dal patriarca di Costantinopoli a evangelizzare la Moravia e la Pannonia. Essi iniziarono la loro opera traducendo il vangelo e la liturgia in lingua slava e utilizzando, per scriverli, un alfabeto a 38 lettere inventato da Cirillo.
Il papa Adriano II li chiamò allora a Roma, approvò la loro opera di predicazione e nominò Metodio arcivescovo di Moldavia e Pannonia.
Cirillo morì a Roma il 14 febbraio dell'869. Metodio continuò il suo apostolato, subendo la forte pressione delle popolazioni germaniche che cercavano di estendere il loro dominio sui territori orientali e che si opponevano all'uso dello slavo nella liturgia, ma non si scoraggiò mai, anche se dovette, a un certo momento, esercitare il suo apostolato quasi di nascosto.
Egli morì nell'885. Nel 1976 il corpo di Cirillo, sepolto a Roma, è stato restituito alla sua città natale, Tessalonica, e nel 1980 Cirillo e Metodio sono stati proclamati dalla chiesa cattolica patroni d'Europa, insieme a Benedetto da Norcia.
Tracce di lettura
A Venezia, si radunarono contro Cirillo vescovi e preti e monaci, e dicevano: «Noi non conosciamo che tre lingue nelle quali è lecito lodare Dio: l'ebraico, il greco e il latino». Ma egli rispose: «Non vi vergognate di fissare tre sole lingue, decidendo che tutti gli altri popoli e stirpi restino ciechi e sordi?
Ringrazio Dio di parlare più lingue di voi tutti, ma in chiesa preferisco pronunciare cinque parole che esprimono ciò che penso, in modo da istruire anche gli altri, piuttosto che diecimila in una lingua per loro sconosciuta. Fratelli, ogni lingua deve poter confessare che Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre». (Vita di Cirillo 16)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose