La mattina del 27 aprile 1749, al termine di una vita totalmente spesa per Dio e per la formazione religiosa dei fratelli, si spegne a Venezia Mechitar (Mxit'ar) di Sebaste, monaco e fondatore della congregazione armena di San Lazzaro.
Mechitar, che al battesimo aveva ricevuto il nome di Manuk, era nato a Sebaste nel 1676. Entrato giovanissimo nel locale monastero della Santa Croce, egli desiderava unire un'intensa vita interiore a un'insaziabile ricerca intellettuale.
In quegli anni l'Armenia era scossa da divisioni interne alla chiesa, causate dagli strascichi delle controversie cristologiche del primo millennio. Mechitar decise allora di studiare a fondo tali controversie, per cercare vie di pace all'interno della chiesa armena e con la sede apostolica di Roma.
Trasferitosi a Sebaste, entrò in relazione con diversi uomini di chiesa d'oriente e d'occidente, e maturò l'idea di fondare un centro monastico dove lo studio della tradizione potesse formare una nuova generazione di uomini aperti al dialogo e iniziati alla mitezza evangelica.
Quando il vescovo di Erzurum, ostile al dialogo con Roma, divenne patriarca, Mechitar dovette fuggire con i suoi compagni e si rifugiò nel Peloponneso; costretto a un nuovo esilio per l'avanzata ottomana, egli finì per stabilirsi a Venezia, sull'isola di San Lazzaro.
Nella laguna veneta fu accolto molto bene, e la sua congregazione monastica, che aveva fondato già nel 1711, crebbe rapidamente. A San Lazzaro Mechitar portò a termine il suo progetto di un monachesimo promotore del dialogo e della pace attraverso lo studio e la preghiera, nella convinzione che una verità che non tenesse conto del fratello non si sarebbe mai potuta dire veramente cristiana.