Lettura
Giovanni 3,7-15
7 Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. 8 Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9 Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10 Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? 11 In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? 13 Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo. 14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Commento
Gesù ha parlato a Nicodemo della necessità di "rinascere dall'alto" e questi è curioso di sapere come ciò possa avvenire (v. 9). Pur essendo un erudito in Israele non ha compreso infatti il senso profondo delle Scritture e degli eventi dell'antica dispensazione di salvezza, che prefigurano quella che si realizzerà in Cristo.
Mosè, su indicazione di Dio, mise un serpente di rame sopra un'asta per guarire gli ebrei dai morsi dei serpenti velenosi (Nm 21,5-9); in questa pagina del Vangelo di Giovanni il verbo greco hypsoo, "sollevare", richiama l'esaltazione di Gesù nella sua morte e risurrezione. Come chi guardava il serpente di rame aveva salva la vita così chi "guarderà" con fede al sacrificio di Cristo sarà salvato dal veleno del peccato e avrà la vita eterna (v. 15). L'immagine dell'animale mortale divenne mezzo di salvezza per il corpo, così la croce, strumento di supplizio e di morte, otterrà la salvezza delle anime.
Per comprendere le verità celesti occorre essere saliti al cielo, ma nessuno lo ha mai fatto (v. 13), oppure essere discesi dal Cielo, e l'unico che lo ha fatto è il Figlio dell'uomo, il Logos incarnato. Mosè infatti era asceso sul Monte Sinai per ricevere la Legge, ma non fino al cielo; gli antichi profeti avevano parlato per ispirazione divina ma continuando a camminare sulla terra. Nessun uomo ha ottenuto una conoscenza di Dio pari a quella di Cristo, sebbene egli debba presentarcela per immagini e similitudini, a causa della nostra debolezza spirituale.
Nel dialogo con Nicodemo Gesù prefigura la sua crocifissione, quando sarà sospeso tra cielo e terra, separato da entrambi, perché fattosi peccato pur essendo senza peccato, respinto dunque dagli uomini e da Dio. Eppure proteso verso entrambi, per riconciliarli, con il pieno dono di sé. Guardiamo a lui e saremo guariti dalle ferite che il male ha prodotto nella nostra anima. Guardiamo a lui e saremo raggianti (Sal 34,5).
Preghiera
Attiraci a te, Signore, lontano dalle tribolazioni del mondo; affinché possiamo ritrovare la piena salute dell'anima e del corpo e contemplare la tua gloria. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona