Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 23 aprile 2021

Fermati 1 minuto. Reciproca assimilazione

Lettura

Giovanni 6,52-59

52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
59 Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao.

Commento

Solo gli adulti competenti nelle Sacre scritture potevano prendere la parola nella sinagoga e il discorso di Gesù a Cafarnao, quando dal "pane di vita" passa a parlare della necessità di mangiare la sua carne e il suo sangue si fa davvero duro da comprendere. "Allora i giudei si misero a discutere tra di loro " (v. 52). Il verbo greco machomai indica una discussione molto accesa. Le parole di Gesù non suscitano più perplessità ma alimentano una vera e propria lite.

La legge mosaica proibiva di bere sangue o assumere cibo contenente sangue (Gen 9,4; Lev 17,10-14; Dt 12,16). Gli interlocutori di Gesù si mostrano incapaci di andare oltre la prospettiva fisica nell'interpretare le sue parole.

La nostra anima ha bisogno di nutrirsi di Cristo tanto quanto il nostro corpo ha bisogno del cibo ordinario per vivere e restare in salute.

Il passaggio dalla metafora del pane a quella del cibarsi della carne e del sangue di Gesù racchiude la dimensione sacrificale del suo donarsi per noi. Non c'è pane se prima non c'è il chicco di grano che discende nel terreno, muore e fruttifica nella spiga (Gv 12,24).

Nutrirsi della sua carne e bere il suo sangue significa partecipare spiritualmente al sacrificio della croce. Per i giudei l'idea di un Messia crocifisso era inaccettabile (At 17,1-3).

Le parole di Gesù preludono anche alla celebrazione dell'eucaristia, che verrà istituita poco prima della sua passione e mediante la quale il credente può rimanere (gr. meno) in lui: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui" (v. 56); è il realizzarsi di un vincolo di comunione e di reciproca "assimilazione".

La chiave della fede ci apre la porta per dimorare in Cristo (v. 56); in lui possiamo trovare una "casa" dove riposarci dal peregrinare tra le tribolazioni del mondo, rifugiarci quando fuori infuria la tempesta, accogliere i nostri fratelli e sorelle, per condividere la gioia del vangelo.

Preghiera

Tu sei la nostra casa, Signore; aiutaci a ritornare a te ogni volta che ci affatichiamo sulle vie del mondo; affinché possiamo partecipare alla comunione del tuo mistero di salvezza. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona