Il 2 settembre del 1872 muore a Copenaghen Nicolai Frederik Severin Grundtvig, pastore della Chiesa luterana di Danimarca e innografo tra i più fecondi nella storia della Riforma.
Nativo di Udby, nel Seeland danese, Nicolai Grundtvig fu contemporaneo di Søren Kierkegaard, e al pari di questi - seppur con un'impostazione teologica profondamente differente - contribuì in modo decisivo alla reinterpretazione della tradizione luterana nel suo paese. La sua intuizione di fondo è che la vita spirituale si trasmette essenzialmente mediante il linguaggio, e che la parola è il veicolo dello spirito, sia nel linguaggio profano che nella predicazione della chiesa. A partire da questa intuizione, e profondamente convinto dell'importanza della libertà umana - valorizzata e non negata da un Dio che si comunica «parlando» -, egli sostenne che là dove la Parola è predicata e quindi accolta nella professione di fede di una comunità, la comunità stessa diviene chiesa: presenza santa e vivente di Cristo nella storia. Tale concezione dinamica e spirituale della chiesa, che Grundtvig deve a una rilettura di Lutero alla luce della tradizione patristica e in particolare di Ireneo da Lione, traspare nei più di 1500 inni che Grundtvig ci ha lasciato, e gli ha permesso di essere un precursore del moderno ecumenismo. Coerentemente con la sua preferenza per la comunicazione orale della fede, egli diede vita a molte «scuole superiori popolari», che si sarebbero diffuse ben al di là dei confini della Danimarca. A lungo incompreso e osteggiato nella sua stessa chiesa, Grundtvig fu tuttavia riconosciuto negli ultimi anni della sua vita da tutti come un maestro e un pastore di grande valore.
Tracce di lettura
O occhi, davvero siete benedetti,
voi che avete visto il Figlio di Dio sulla terra!
O orecchi, davvero siete colmi di grazia,
voi che avete udito la sua parola,
la parola dell'unico sulla cui lingua non vi è che la verità di Dio e la sua grazia!
Molti profeti e re avevano desiderato vedere il tuo giorno.
I gemiti del cuore e i canti degli angeli
avevano profetizzato l'anno di grazia
in cui la luce e la vita di Dio avrebbero trionfato con la loro forza
sulla tenebra e sulla morte.
Come siamo fortunati noi cristiani:
il tempo della grazia non è mai passato;
illuminati dal radunarsi insieme della chiesa
anche noi siamo i figli prediletti della grazia.
Gli occhi vedono, gli orecchi odono colui che porta a noi la parola di Dio,
colui che ci accorda luce e vita con il suo Spirito e la sua Parola,
colui che ricompone ogni nostra vita spezzata alla sua fonte e alla mensa del suo altare:
Gesù Cristo, che porta a noi la gioia, viene vivente, è presente in mezzo a noi
(N. Grundtvig, Inni )
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose