La sera del 7 luglio 792 muore Mael-Ruain, abate del monastero irlandese di Tallaght.
L'impatto esercitato sulla chiesa irlandese dalla riforma monastica di cui egli fu il maggior esponente risulterà decisivo nei secoli successivi. Mael-Ruain faceva parte di quel movimento di asceti, sorto nella seconda metà dell'VIII secolo, che si facevano chiamare Céli dé (compagni di Dio) e si proponevano di restituire la purezza evangelica delle origini al monachesimo irlandese.
Dopo aver fondato nel 774 la comunità di Tallaght, Mael-Ruain diventò l'ispiratore di un movimento spirituale che si diffuse per tutta l'Irlanda facendo riscoprire gli elementi fondamentali della vita monastica: celibato, paternità spirituale, preghiera, lavoro e studio; inoltre, in un tempo in cui l'antico costume celtico delle peregrinationes pro Christo era ormai degenerato, Mael-Ruain si adoperò con insistenza per insegnare ai suoi monaci l'importanza della perseveranza e della stabilità nella comunità in cui ci si è impegnati a vivere.
Egli dedicò gli ultimi diciotto anni della propria vita alla guida spirituale dei numerosissimi discepoli e alla redazione di regole e istruzioni ispirate al monachesimo orientale.
Tracce di lettura
Se sei un monaco, e vivi secondo una disciplina, abbandona ogni male e adeguati agli ordinamenti della chiesa senza lasciarti andare, senza venire meno ai tuoi obblighi. Non vi sia trascuratezza nel tuo modo di vivere, né dissenso, né odio per alcuno, ma solo la perseveranza nel bene. Non avere proprietà private, né cattive abitudini; non mormorare, non insultare nessuno, non essere geloso. Non cercare contese, né di fare la tua volontà. Non disperare mai, non ingannare il prossimo, non parlare molto, non cercare la presenza degli uomini solo per sfuggire alla solitudine. Sii paziente, sincero e gentile con tutti, rivolgendo suppliche a Cristo in ogni occasione. Accettiamo con gioia le tribolazioni, sopportandole con pazienza, avendo in mente la compagnia dei santi in cielo, e perdoniamo a tutti quelli che ci hanno fatto torto, perché tale è la volontà del re dei cieli: che amiamo coloro che ci odiano e che rendiamo loro il bene per il male.
(Regola di Carthage).
- Dal Martirologio ecumenico della comunità monastica di Bose