Lettura
Matteo 13,18-23
18 «Voi dunque ascoltate che cosa significhi la parabola del seminatore! 19 Tutte le volte che uno ode la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e porta via quello che è stato seminato nel cuore di lui: questi è colui che ha ricevuto il seme lungo la strada. 20 Quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia, 21 però non ha radice in sé ed è di corta durata; e quando giunge la tribolazione o persecuzione a motivo della parola, è subito sviato. 22 Quello che ha ricevuto il seme tra le spine è colui che ode la parola; poi gli impegni mondani e l'inganno delle ricchezze soffocano la parola che rimane infruttuosa. 23 Ma quello che ha ricevuto il seme in terra buona è colui che ode la parola e la comprende; egli porta del frutto e, così, l'uno rende il cento, l'altro il sessanta e l'altro il trenta».
Commento
La Parola di Dio - la "parola del Regno", definizione che ricorre solo in questo passo di tutta la Bibbia - va certamente ascoltata, ma va soprattutto compresa. Questo l'essenziale messaggio della parabola del seminatore, qui spiegata da Gesù stesso.
L'importanza dell'ascolto attraversa tutte le Scritture, dal comandamento rivolto da Dio al suo popolo: «Shemà Israel», «Ascolta Israele» (Dt 6, 4) al libro dell'Apocalisse: «Beato colui che leggerà e quelli che ascolteranno le parole di questa profezia e metteranno in pratica ciò che in essa è scritto!» (Ap 1,3). Il salmo più lungo di tutti, il 119, è un'esaltazione della Parola di Dio ad ogni versetto, per un totale di 175 versetti: "Come può un giovane rendere pura la sua via? Custodendola con la tua parola" (Sal 119,9). L'apostolo Giacomo ci esorta "Siate facitori della parola!" (Gc 1,22), rimarcando che l'ascolto sincero e fruttuoso traduce la Parola da semplice suono o lettera scritta in azioni concrete, come perpetuando il mistero dell'Incarnazione del Verbo.
Tra il "dirsi" della parola, il suo essere accolta, e il "fare" cui allude Giacomo, vi è la capacità di custodirla. Se un giovane custodirà la sua vita mediante la Parola, la Parola sarà custodita là dove si irradia la vita stessa dell'uomo, nel cuore, considerato nel pensiero biblioco la sede dei sentimenti e delle decisioni vitali.
I quattro terreni descritti nella parabola rappresentano non soltanto quattro tipologie di uomini, quattro tipologie di ascoltatori differenti, ma il paesaggio della nostra anima, dalla sua periferia, coinvolta con le cose del mondo o attanagliata dalle preoccupazioni, al suo centro più profondo, che è quella terra morbida e fertile in cui dobbiamo seminare il Verbo.
Probabilmente abbiamo letto e riletto tanti passaggi delle Scritture o tutta la Bibbia "da copertina a copertina"; forse seguiamo un piano di lettura sistematica o un lezionario. Ma quante volte ciò che abbiamo letto e ascoltato ha portato frutto? Facciamo bene a leggere e ascoltare, con attenzione e con l'intelligenza che scruta il senso delle Scritture confrontandole tra sé e avvalendoci di buoni mezzi per interpretarle con intelligenza. Ma non dimentichiamo di ascoltare anche con il cuore. Di rassodare il terreno buono, custodire il seme e attendere che la Parola germogli, come contadini pazienti, consapevoli che è l'uomo che pianta ma è Dio che fa crescere (1 Cor 3,7).
Preghiera
Signore, la nostra anima, afflitta da distrazioni e tribolazioni è spesso come terra arida, senz'acqua.
Manda il tuo Spirito a irrigarla e renderla terra fertile per accogliere il buon seme della tua Parola; affinché il tuo Regno possa germogliare nei nostri cuori e spandersi ai quattro angoli del mondo. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona