Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

sabato 27 luglio 2024

Assidui e concordi nella preghiera. Commento al Salterio - Salmo 29

Lettura

Salmi 29

1 Salmo. Canto per la festa della dedicazione del tempio.
Di Davide.

2 Ti esalterò, Signore, perché mi hai liberato
e su di me non hai lasciato esultare i nemici.
3 Signore Dio mio,
a te ho gridato e mi hai guarito.
4 Signore, mi hai fatto risalire dagli inferi,
mi hai dato vita perché non scendessi nella tomba.
5 Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
rendete grazie al suo santo nome,
6 perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera sopraggiunge il pianto
e al mattino, ecco la gioia.
7 Nella mia prosperità ho detto:
«Nulla mi farà vacillare!».
8 Nella tua bontà, o Signore,
mi hai posto su un monte sicuro;
ma quando hai nascosto il tuo volto,
io sono stato turbato.
9 A te grido, Signore,
chiedo aiuto al mio Dio.
10 Quale vantaggio dalla mia morte,
dalla mia discesa nella tomba?
Ti potrà forse lodare la polvere
e proclamare la tua fedeltà?
11 Ascolta, Signore, abbi misericordia,
Signore, vieni in mio aiuto.
12 Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia,
13 perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre.

Commento

Nel Salmo 29 l'autore descrive come, pur avendo sperimentato la disperazione, Dio abbia trasformato il suo lamento in danza e la sua sofferenza in gioia. Questa trasformazione radicale sottolinea la potenza redentrice di Dio e la sua capacità di cambiare le sorti di chi confida in Lui.

Dopo aver espresso il sapore acre della morte il salmo si svolge in cinque strofe ritmate da una serie di contrasti. Anche se la preghiera oscilla tra gli estremi della vita e della morte, della stabilità e del vacillare, del pianto e della gioia, l'accento finale è posto sulla salvezza che fa dimenticare il lutto e l'amarezza.

Sentendo la morte ormai vicina ("mi hai fatto risalire dagli inferi"; v. 4) il salmista si vede precipitare nell'oltretomba, ma è salvato dal Signore, che lo mantiene in vita.

Il versetto 5 invita a rendere grazie al nome del Signore, letteralmente a celebrare "il suo santo memoriale", denotando con ciò il ricordo e l'invocazione della divina presenza.

La visione ottimistica della temporaneità delle sofferenze presenti (v. 6) e della durata senza fine della gloria futura sarà messa bene in risalto da Paolo nella sua lettera ai Romani (Rm 8,18).

La prosperità (v. 7) che provoca nel salmista l'illusione che nulla potrà farlo vacillare è l'agiatezza, la solidità economica, che porta spesso ad allontanarsi da Dio (cfr. Dt 8,10-18; Os 13,6; Prov 30,9).

Con un ragionamento di tipo utilitaristico (v. 10) l'orante ricorda al Signore che nessun morto può cantare le sue lodi e che, quindi, per riceverle, deve tenerlo in vita. In realtà come attesta il primo versetto del componimento, da tradurre letteralmente con "Ti voglio esaltare", la preghiera è un umile desiderio di guarigione per essere restituito al servizio di lode a Dio.

La tradizione cristiana ha visto in questo salmo la profezia della risurrezione e, dunque, la preghiera della Chiesa, riscattata in Cristo dalla morte.

Il Salmo 29 ci ricorda l'importanza di rivolgersi a Dio nei momenti di difficoltà, confidando nella sua capacità di salvarci e trasformare le nostre vite. È un invito a lodare e ringraziare Dio non solo per le sue benedizioni passate, ma anche per la speranza e la gioia che può portare nel nostro futuro.

- Rev. Dr. Luca Vona