Massimo di Torino (?-420) |
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Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto
Ministro della Christian Universalist Association
Ministro della Christian Universalist Association
martedì 25 giugno 2024
Massimo di Torino. Nessuno diceva propria qualche cosa
Fermati 1 minuto. Il decentramento necessario
lunedì 24 giugno 2024
Nascita di Giovanni il Battista, frutto della promessa
Fermati 1 minuto. La migliore versione di noi stessi
Lettura
Luca 1,57-66.80
57 Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. 58 I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. 59 All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. 60 Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». 61 Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». 62 Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. 63 Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. 64 In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. 65 Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. 66 Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. 80 Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Commento
Il più grande conforto che possiamo avere dai nostri figli è di metterli nelle mani di Dio. Per questo la circoncisione, che è stata sostituita, nella nuova alleanza, dal battesimo cristiano, diviene occasione di gioia più grande della stessa nascita.
L'usanza giudaica era quella di dare nome al bambino proprio in occasione della circoncisione, così come Abramo ricevette un nome nuovo dopo aver sancito l'alleanza con Dio mediante questo segno esteriore. Il Signore, infatti, chiama per nome coloro che sono affidati a lui, il che significa che non è solo genericamente il Dio del popolo dei salvati, ma il Padre di ciascuno di noi, che così possiamo chiamarlo in virtù del rapporto personale e filiale che abbiamo con lui.
Questo rapporto, insito in un "nome nuovo", unico, che ci viene attribuito è ben rappresentato dal contenzioso tra Elisabbetta e gli amici e parenti giunti per assistere alla circoncisione di Giovanni. Questi suggeriscono di chiamarlo Zaccaria, come il padre, ma lei si oppone e mossa dallo Spirito Santo afferma risolutamente che si chiamerà Giovanni.
Comunicando con Zaccaria mediante segni, i vicini e parenti ottengono anche da lui la risposta scritta che il bambino dovrà chiamarsi Giovanni. Muto e sordo, Zaccaria non può fare a meno di esprimere la volontà di Dio. Quando lo Spirito parla sa come farsi sentire. Così affermerà Gesù, quando i farisei rimprovereranno la folla esultante al suo ingresso a Gerusalemme: "se questi taceranno, grideranno le pietre" (Lc 19,40).
Compiuta la volontà di Dio sul bambino la lingua di Zaccaria si scioglie in un canto di lode. Giovanni susciterà meraviglia e la sua fama si spargerà per le regioni circostanti fin dall'infanzia, anticipando quella che otterrà con l'inizio del suo ministero profetico, quando folle di peccatori verranno a lui in cerca di conversione. Ci si sarebbe aspettato di vedere Giovanni sacerdote come suo padre. Ma i piani di Dio per lui erano altri. Egli sarebbe diventato un profeta. Il più grande dei profeti.
Dio ci ama nella nostra specificità e ha un piano di salvezza e di santità particolari per ognuno di noi. Chiediamogli la grazia per imparare ad essere la migliore versione di noi stessi, piuttosto che la brutta copia di qualche santo.
Preghiera
O Dio, che ci chiami per nome, rivelaci la tua volontà ed effondi su di noi il tuo Spirito, affinché possiamo portarla a compimento a lode del tuo Nome. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona
domenica 23 giugno 2024
Tutto il mondo creato è in travaglio
sabato 22 giugno 2024
John Fisher e Thomas More, martiri riabilitati dalla Chiesa d'Inghilterra
John Fisher (1469-1535) |
Sempre a Londra, due settimane dopo John Fisher, il 6 luglio 1535 sale sul patibolo sir Thomas More.
giovedì 20 giugno 2024
Nicola Cabasilas e la vita in Cristo
Fermati 1 minuto. Gesù maestro di preghiera. Commento al Padre nostro
mercoledì 19 giugno 2024
Romualdo e il monachesimo integrale
San Romualdo (+ 1027) |
Fermati 1 minuto. Quale mèta rincorriamo?
martedì 18 giugno 2024
“Non è un luogo di culto”. La Corte di Cassazione ribalta le precedenti sentenze
Fermati 1 minuto. Supplemento di amore
lunedì 17 giugno 2024
Fermati 1 minuto. La perfezione della giustizia, frutto della grazia
Lettura
Matteo 5,38-42
38 Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; 39 ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; 40 e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41 E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. 42 Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
Commento
Gesù cita la legge del taglione, applicata nel mondo antico, secondo la quale si infligge al responsabile di una lesione personale la stessa lesione da lui provocata alla vittima. Questa legge (Es 21,24; Dt 19,21; Lv 24,20) ha lo sopo di moderare la vendetta, nel senso di non assegnare una lesione superiore al male ricevuto. Per offese meno gravi, come le ingiurie, era permesso un risarcimento pecuniario.
Gesù proibisce ogni forma di riparazione compensativa, non per una passività fine a se stessa, bensì per un atteggiamento tendente a indurre il nemico a cambiare e a vivere secondo giustizia.
Non opporsi al malvagio significa qui non reagire a chi ci fa del male contraccambiandolo sul piano personale o perseguendolo sul piano giudiziario. Una simile predisposizione al perdono può nascere dalla consapevolezza di essere stati noi per primi perdonati e giustificati da Dio per le nostre mancanze.
Questo atteggiamento riguarda la sfera personale e non la lotta contro azioni criminali (Rm 13,4) o aggressioni militari.
Solo il primo dei cinque esempi portati da Gesù riguarda direttamente la riparazione di un torto subito; gli altri invece mettono in evidenza la liberalità del comportamento cristiano.
Non reagire alle offese attesta il rimettere a Dio il giudizio. Ma la perfezione della nuova legge è espressa dalla preghiera per i propri nemici (Mt 5,44), di cui Gesù stesso dà testimonianza sulla croce: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34). Solo la grazia santificante può renderci capaci di giungere a un grado così alto di perfezione.
Dare il mantello (lunga veste esterna) era un sacrificio più grande che non dare la tunica (veste interna). Inteso anche nella sua dimensione spirituale questo atto significa coprire sotto il manto della misericordia le mancanze del prossimo.
Compiere due miglia con chi chiede di accompagnarlo per uno indica la disponibilità a prestare il proprio tempo e il proprio sostegno a chi ne ha bisogno. Deviare dalla propria strada per accompagnare il nostro prossimo sulla sua è spesso un sacrificio che ci costa grande fatica, perché il tempo è spesso quanto di più prezioso abbiamo a disposizione. Gesù risorto, sulla via di Emmaus, si farà compagno dei due discepoli lungo il loro cammino, confortandoli dalla tristezza e spiegandogli le Scritture.
Gesù invita poi alla generosità; chiedere di dare un prestito a chi ne ha bisogno equivale a imitare la stessa magnanimità di Dio, il quale ci ha dato la vita, i beni della creazione, i nostri talenti personali, e ci soccorre con la sua grazia. Un mondo in cui ciascuno applicasse la stessa giustizia di Dio, riguardo la quale Gesù afferma "chiedete e vi sarà dato" (Lc 11,9), sarebbe un mondo giusto e solidale. Un mondo che applicasse il suo comandamento di amarci gli uni gli altri come egli ha amato noi (Gv 15,12) camminerebbe sulle vie della pace (Lc 1,79).
Preghiera
Porta a perfezione la nostra giustizia, signore, affinché facendoci tuoi imitatori possiamo contribuire all'avvento del tuo regno. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona
sabato 15 giugno 2024
Il buon pastore
giovedì 13 giugno 2024
Fermati 1 minuto. La strada giusta per presentarsi a Dio
Evagrio Pontico. "Se preghi sei veramente teologo"
mercoledì 12 giugno 2024
La riscoperta dell'antico nella quarta ondata dell'evangelicalismo
Fermati 1 minuto. Il codice dell'amore
martedì 11 giugno 2024
Fermati 1 minuto. Sale e luce
Lettura
Matteo 5,13-16
14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, 15 né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Commento
Le immagini del sale e della luce attestano chiaramente che Gesù desidera che i suoi discepoli siano capaci di influenzare la realtà toccata dalla loro predicazione e testimonianza di vita. Come "conservante" il "sale" dei discepoli contrasta il decadimento morale del mondo, ma aggiunge anche sapore, rendendo il mondo un posto migliore. Il sale è un rimedio per le pietanze insipide ma non c'è rimedio per il sale insipido.
La lampada serve per illuminare le tenebre e non ha senso nasconderla. I cittadini del regno di Dio sono luce e devono risplendere davanti agli uomini; vedendo le loro buone opere questi saranno mossi ad amare e servire Dio.
Gesù definisce se stesso la luce del mondo (Gv 8,12); i credenti partecipano della sua luce mediante il dono della grazia.
Lungi dal fuggire dal mondo Gesù ci invita alla testimonianza, per contribuire alla gloria di Dio. Testimonianza che può esprimersi con un attivo impegno nella società e nella vita della polis, o che può farsi eloquente silenzio quando nella solitudine contemplativa ci si fa segno vivente di quell'amore per l'unico bene necessario (Mt 19,17).
Preghiera
Confermaci, Signore, nella testimonianza fedele del tuo vangelo di salvezza; affinché il mondo possa santificare il tuo nome. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona