- Leonardo De Chirico, Loci Communes, 11 dicembre 2023
La scienza del sonno è una cosa seria e si occupa di come fare dormire meglio le persone. Un miglior cuscino, un ambiente protetto, un’alimentazione regolata, un materasso adeguato, una luce graduata, ecc. possono aiutare a riposare meglio. I disturbi del sonno sono molto diffusi e causano problemi notevoli. Per dormire meglio tutto può essere utile. Un aspetto sovente negletto è quello teologico: conoscere Dio fa riposare meglio. Tutti i lettori della Bibbia conoscono questo versetto: “in pace mi coricherò e in pace dormirò perché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro” (Salmo 4,8). Tutti i credenti lo hanno sperimentato e sanno di cosa sto parlando.
Ora c’è addirittura un libro che tematizza la questione e la presenta in forma accattivante. Il libro è di Nick Tucker, 12 Things God Can't Do: ...and How They Can Help You Sleep at Night, Epsom, The Good Book Company 2022 ed è una lettura "riposante".
La tesi del libro è semplice: "Conoscere meglio Dio dovrebbe davvero aiutarci a dormire più serenamente" (p. 12). Il motivo è che la fiducia nella fedeltà di Dio dà "uno sguardo sulla grandezza di Dio che cambierà il modo in cui vedi il mondo e, sì, ti aiuterà a dormire la notte" (pp. 13-14). Tucker apre il libro proprio con il tema del sonno e del riposo, evidenziando che poiché Dio non dorme, noi possiamo farlo. Lui non sonnecchia, né dorme; dunque, noi possiamo riposare in pace. Riconoscendo che "dormire è qualcosa che normalmente possiamo fare solo quando ci sentiamo al sicuro", esorta il lettore a considerare il significato del fatto che Dio non può dormire (pp. 13-14). Rifacendosi ai Salmi, sostiene che "Dio non distoglierà mai lo sguardo da noi; non si allontanerà mai e non mancherà di vegliare e prendersi cura del suo popolo. Il suo popolo può riposare proprio perché lui non lo farà" (pp. 12-14).
La struttura del libro è meravigliosamente chiara. È composto da dodici capitoli principali sulle dodici cose che Dio non può fare: non può imparare, essere sorpreso, cambiare idea, essere visto, sopportare di guardare il male, cambiare, essere solo, soffrire, morire, essere tentato, mentire e rinnegare sé stesso. Questo approccio è speculare a quello più tradizionale di pensare alle cose che Dio può fare. Diversamente, considerare ciò che Dio non può fare permette di considerare la natura e il carattere di Dio da una nuova prospettiva "che possiamo abbracciare con sollievo, celebrare con gioia, adorare con stupore" (p. 20). Il capitolo finale riassume magistralmente le precedenti undici cose che Dio non può fare e incoraggia il credente stanco con la verità che Dio non può rinnegare sé stesso. Esaminando 2 Timoteo 2,11-13, Tucker sostiene che Dio manterrà le sue promesse, nonostante la forza (o meno) della nostra fede: "Se siamo infedeli, egli rimane fedele perché non può rinnegare sé stesso" (2 Tim 2,13). Poiché Dio non può rinnegare sé stesso, non ci abbandonerà né ci lascerà cadere, perché "non potreste mai riposare con sicurezza nella vostra forza di essere e rimanere fedeli. Ma potete riposare nella sua. Perciò dormite bene!" (p. 184).
La distinzione tra Creatore e creatura è quindi foriera anche del nostro riposo. Noi possiamo dormire perché Dio non dorme. Tucker non parla del “sabato” come il riposo di Dio e questo è un limite del libro. In ogni caso, il riposo di Dio non significa sonnolenza o distrazione o assenza. E’ semmai il compimento di quello Dio fa.
Da buon teologo e pastore evangelico, Tucker affrontare le questioni cristologiche legate alle cose che Dio non può fare ma che Gesù ha fatto. Il libro contiene cinque "interludi" che "si interrogano su come, nell'incarnazione, il Figlio di Dio abbia fatto cose che Dio Padre non fa. Ad esempio, Dio non può imparare, eppure Gesù è cresciuto in sapienza e conoscenza; Dio non può essere tentato, eppure Gesù ha conosciuto la pienezza della tentazione; Dio non può soffrire e morire, eppure Gesù ha sperimentato la sofferenza e la morte. Gli interludi esaminano in modo efficace come il Figlio incarnato sia diventato come uno di noi per permetterci di non essere sopraffatti dalla vita e dagli effetti del peccato. In questi interludi, Tucker interagisce in modo avvincente con i dibattiti trinitari e cristologici dei primi secoli della storia della chiesa.
Più che ad una buona lettura, questo libro invita ad un buon riposo, in Dio.