Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

sabato 16 dicembre 2023

Assidui e concordi nella preghiera. Commento al Salterio - Salmo 25

Lettura

Salmi 25

1 Di Davide.

Signore, fammi giustizia:
nell'integrità ho camminato,
confido nel Signore, non potrò vacillare.
2 Scrutami, Signore, e mettimi alla prova,
raffinami al fuoco il cuore e la mente.
3 La tua bontà è davanti ai miei occhi
e nella tua verità dirigo i miei passi.
4 Non siedo con gli uomini mendaci
e non frequento i simulatori.
5 Odio l'alleanza dei malvagi,
non mi associo con gli empi.
6 Lavo nell'innocenza le mie mani
e giro attorno al tuo altare, Signore,
7 per far risuonare voci di lode
e per narrare tutte le tue meraviglie.
8 Signore, amo la casa dove dimori
e il luogo dove abita la tua gloria.
9 Non travolgermi insieme ai peccatori,
con gli uomini di sangue non perder la mia vita,
10 perché nelle loro mani è la perfidia,
la loro destra è piena di regali.
11 Integro è invece il mio cammino;
riscattami e abbi misericordia.
12 Il mio piede sta su terra piana;
nelle assemblee benedirò il Signore.

Commento

Il Salmo 25 è una liturgia di ingresso al tempio. Il tema dell'innocenza appare subito in apertura di preghiera, quando l'orante confessa di aver camminato nell'integrità (v. 1).

Come in un crogiuolo che vaglia i metalli, così Dio può far passare al fuoco del suo giusto giudizio cuore e mente del salmista (v. 2), il quale è convinto che si vedrà brillare solo l'oro della verità e della giustizia. Dio purifica nel fuoco del suo amore le nostre anime, giustificandoci e santificandoci. La grazia ci dona una coscienza limpida e serena e perciò possiamo presentarci al cospetto di Dio per celebrare la sua lode e proclamare le sue meraviglie (v. 7).

Nello spirito della predicazione profetica il salmista ricorda che la preghiera senza l'integrità di una vita onesta è farsa. Il simbolo della lavanda delle mani (v. 6) è, perciò, espressione simbolica di una purezza totale, interiore e sociale.

Il salmo si conclude con il proposito di benedire il nome del Signore "nelle assemblee" (v. 12), cioè di coltivare la comunione con la congregazione dei credenti, riunita nella preghiera di lode.

Colui che può pienamente fare proprie le parole di questo salmo è Cristo: "Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli" (Eb 7,26). La preghiera diventa voce anche della Chiesa, in Cristo riscattata e rigenerata.

- Rev. Dr. Luca Vona