Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 31 marzo 2022

Mat' Marija Skobcova, protagonista della diaspora ortodossa

Il 31 marzo 1945 muore a Ravensbrück, in un campo di sterminio nazista, Elizaveta Jur'evna Pilenko, meglio nota con il nome monastico di Mat' Marija.
Elizaveta nacque a Riga, in Lettonia, nel 1891. Trasferitasi a Pietroburgo, ai tempi del liceo e dei primi anni dell'università fu protagonista del vivace dibattito intellettuale e politico che caratterizzava la Russia di inizio Novecento. Compagna di scuola di Marina Cvetaeva, anche Elizaveta amava la poesia. In cerca di qualcosa che potesse soddisfare la sua ricerca di giustizia, si aggregò ai primi rivoluzionari.
Dopo aver sposato in seconde nozze un ufficiale dell'Armata Bianca, Elizaveta emigrò con lui a Parigi nel 1923. Qui ebbe contatti con i maggiori esponenti dell'ortodossia russa in esilio (Bulgakov, Florovskij, e soprattutto Berdjaev, Fedotov e il metropolita Evlogij). Attraversata una profonda crisi spirituale, Elizaveta chiese e ottenne il divorzio, con il consenso della chiesa ortodossa, ed emise i voti monastici nel 1932 nelle mani di Evlogij.
La monaca Mat' Marija - il nome con cui diverrà celebre nella diaspora ortodossa - fondò in quegli anni a Parigi un monastero sui generis, dedito all'accoglienza dei più poveri, provenienti soprattutto dalle file dei numerosi emigrati russi nella capitale francese.
Arrestata nel 1943 per l'aiuto che più volte aveva dato all'espatrio di bambini ebrei, Mat' Marija morì nella camera a gas del campo di Ravensbrück, prendendo il posto di una compagna di prigionia. Mat' Marija narrava così anche con il suo ultimo gesto una vita totalmente donata, senza riserve, a tutti coloro che aveva incontrato.


Mat' Marija Skobcova (1891-1945)


Tracce di lettura

Ci sono due modi di vivere:
camminare sulla terra ferma
facendo solo ciò che è giusto e rispettabile,
e così misurare, soppesare, prevedere.
Ma si può anche camminare sulle acque.
E allora non si può più misurare e prevedere
ma bisogna solo credere incessantemente.
Un istante di incredulità e s'incomincia ad affondare.
(Mat' Marija Skobcova, Diario del 31 agosto 1934)

Tutto è vagliato. È fatto il bilancio.
Batti, campana, l'ultimo tocco.
Ultimo suono per l'ultimo abbandono.
Tutto è vagliato, e nulla più mi trattiene.
Lascio il salario del mondo, la fatica, il commercio,
prendo ali ed impeto,
e dico per sempre: «Nel nome,
nel nome della croce e dei suoi ceppi,
nel nome del supplizio della croce, Signore,
faccio Tuoi tutti i miei giorni».
Ho accolto la vita, Signore,
con amore e con foga ho vissuto;
e con amore ora accolgo la morte.
Ecco, il calice è colmo.
Ai tuoi piedi il calice è sparso.
E ai tuoi piedi ho effuso la vita.
(Mat' Marija, Poesie)

- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose