Nel 1637 muore a Jena Johann Gerhard, teologo luterano. Nato nel 1582 a Quedlinburg, in Germania, Gerhard sentì fin da giovane il desiderio di un'intensa vita interiore. Egli rimase sempre ancorato, sulla scia di Lutero, a una teologia più esperienziale che speculativa; provato a lungo da una salute cagionevole. Subì il fascino delle correnti spirituali dell'epoca, lasciando già a ventidue anni opere dedicate alla preghiera e alla meditazione. Compose nel 1621 a Jena i Loci theologici, vera e propria «summa» dell'ortodossia luterana.
Johann Gerhard (1582-1637) |
Sotto l'influsso di Johann Arndt, egli iniziò quindi a interessarsi della spiritualità patristica e medievale. Facendo ritorno ai padri della chiesa, Gerhard riscoprì il principio del senso spirituale dell'esegesi, e sviluppò e sostenne una mistica dell'unione a Cristo, presentata come il senso ultimo della giustificazione mediante la fede. La sua opera, caratterizzata dalla sintesi delle dimensioni esperienziale, razionale e contemplativa, ebbe una larga diffusione e segnò profondamente la teologia luterana.
Tracce di lettura
«I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento proclama l'opera delle sue mani». «La legge del Signore è irreprensibile, ridà la vita; l'insegnamento del Signore è veritiero, fa sapienti i semplici». Il beato David ci insegna nel Salmo 19 che esistono due libri dai quali noi possiamo apprendere e conoscere Dio: il liber naturae e il liber Scripturae.
Nel libro della natura possiamo studiare in maniera fruttuosa se meditiamo su noi stessi o su altre creature di Dio. In noi stessi troviamo il libro interiore della coscienza. Nelle creature troviamo il libro esteriore che dobbiamo leggere, studiare e meditare di continuo. Quante sono le creature che ci sono presentate, tanti sono i maestri che ci sono proposti.
La meditazione del libro della sacra Scrittura può invece configurarsi come attenta osservazione del modo in cui il Signore Dio parla in essa con l'anima credente, ossia di come il Signore ci esorta e come noi gli rispondiamo nell'obbedienza; come imploriamo Dio nella preghiera e come il Signore ci risponde con benevolenza.
(J. Gerhard, La scuola della fede).
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose