Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 23 gennaio 2025

Menno Simons, i Mennoniti e gli Amish

Nel 1535, nella città tedesca di Münster, non lontana dai Paesi Bassi, veniva stroncato in un bagno di sangue il tragico tentativo di instaurare la Nuova Gerusalemme attraverso la forza. Esso era stato progettato dalle frange impazzite dell'anabattismo olandese, ed ebbe come conseguenza una crudele persecuzione di chiunque si dichiarasse anabattista. L'anabattismo sopravvisse però grazie all'intelligente opera di Menno Simons, il quale ricondusse alle radici evangeliche un movimento che aveva attirato moltissime persone semplici e desiderose soltanto di fare la volontà di Dio.
Simons era nato a Witmarsum, in Frisia, nel 1496 da una famiglia di contadini. Divenuto prete cattolico, egli fu colpito dalla sincera buona fede che riscontrava in molti suoi fedeli, attratti dalle diverse correnti della Riforma.
Attraversò una profonda crisi vocazionale che lo condusse ad abbandonare la chiesa di Roma. Convinto che seguire Cristo poteva significare solo accettare la propria croce, per venti anni predicò la parola di Dio e ricostituì un movimento anabattista liberato da deliri profetici ed escatologici e ricondotto al primato del vangelo. Simons si sforzò di operare una profonda conversione nella propria vita per adeguarla al messaggio evangelico che quotidianamente predicava.
Morì il 31 gennaio 1561. La data odierna è quella in cui è ricordato in alcune chiese evangeliche.

Menno Simons (1496-1561)


I mennoniti dopo la morte di Menno Simons

Dopo la morte di Simons, i mennoniti iniziarono a frammentarsi. I waterlanders, guidati da Hans de Ries, furono attivi nella guerra d’indipendenza olandese, pur mantenendo principi pacifisti sanciti nella loro Confessione di fede del 1577. Il governo olandese li trattò con tolleranza, concedendo esenzioni e privilegi.

Altri gruppi mennoniti si divisero ulteriormente e molti emigrarono verso est, fino in Russia, dove Caterina la Grande garantì loro libertà religiosa ed esenzione militare. Nel 1693, Jakob Amman fondò gli Amish, oggi presenti soprattutto negli Stati Uniti.

Nel XIX secolo, a causa della leva obbligatoria in Prussia e Russia, i mennoniti emigrarono in massa verso gli Stati Uniti, Canada e Sud America, dove si stabilirono e mantennero i loro principi di fede.

I mennoniti oggi

I mennoniti sono quindi principalmente concentrati in America: infatti, benché secondo le loro statistiche interne ci siano più di un milione di fedeli (tuttavia secondo altre statistiche sono solo 700.000) sparsi in 60 paesi del mondo, solo in Stati Uniti e Canada (secondo la Mennonite World Conference del 1996) ci sono 415.978 membri (altri danno un numero più contenuto di circa 200-250.000 fedeli nordamericani).

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Giovani donne Mennonite

Tracce di lettura

Quando si diffusero le notizie delle persecuzioni seguite alla tragedia di Münster, il sangue di questi uomini, sia pur sviati, ricadde sulla mia coscienza e ne ebbi dei rimorsi insopportabili. Ripensai alla mia vita impura, carnale, alla dottrina ipocrita e all'idolatria che professavo tutti i giorni sotto una parvenza di pietà, ma senza gioia. Vidi che quelle creature zelanti, pur essendo nell'errore, offrivano volentieri la loro vita e i loro beni per la loro dottrina e la loro fede.
Mentre riflettevo, la mia coscienza mi tormentava a tal punto che non potei più resistere. Mi dicevo: me misero, cosa sto facendo? Se continuo a vivere così e non conformo la mia vita alla parola di Dio; se non condanno apertamente con i miei deboli talenti l'ipocrisia, la falsificazione del battesimo, la cena del Signore snaturata dal culto che insegnano i dotti; se, per timore del mio corpo, non espongo ciò che ritengo essere il fondamento della verità e non concentro tutte le mie forze per condurre il gregge disperso - che farebbe volentieri il proprio dovere se lo conoscesse - verso i pascoli di Cristo, oh come il loro sangue, versato nella trasgressione, griderà contro di me nel giorno del giudizio!
(Menno Simons, Risposta a Gellius Faber)