Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

sabato 28 dicembre 2024

Eredi di Dio

COMMENTO ALLA LITURGIA DELLA PRIMA DOMENICA DOPO IL NATALE

Colletta

Dio Onnipotente, che ci hai donato il tuo unico Figlio, affinché prendesse su di sé la nostra natura e nascesse in questo tempo dal grembo di una vergine; concedici di essere rigenerati e fatti tuoi figli per adozione e grazia; affinché possiamo essere quotidianamente rinnovati dallo Spirito Santo. Per Cristo, nostro Signore, che vive e regna con te e con lo stesso Spirito, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Letture

Gal 4,1-7; Mt 1,18-25

Commento

Il tema dell'adozione per grazia – richiamato nella Colletta della liturgia del giorno e nella Lettera di Paolo ai Galati – ci invita a riflettere profondamente sulla natura di Dio e sul suo rapporto con l’umanità. La rivelazione che ci è data nel mistero dell’incarnazione ci presenta Dio non come un ente distante e chiuso in sé stesso, ma come un Padre che desidera condividere la sua vita con le sue creature.

Dio ha scelto di rivelarsi pienamente attraverso Gesù, il suo Figlio, nato da donna e inviato nel mondo per realizzare il suo piano di salvezza. Attraverso di lui, Dio ci offre il dono dell’adozione: non siamo più solo creature, ma figli amati. Questo dono non è un diritto naturale, ma un atto di grazia che ci permette di entrare in una relazione intima con il Padre.

L’incarnazione di Gesù è il segno supremo dell’amore di Dio. Assumendo la nostra natura umana, egli si è fatto uno di noi, condividendo pienamente la nostra condizione. Questo movimento discendente di amore e sacrificio trova il suo culmine nella croce, dove Gesù dona la sua vita per la redenzione del mondo. Ma in questo dono supremo vi è anche un movimento ascendente: la natura umana viene elevata e riconciliata con Dio.

In Cristo, immagine visibile del Dio invisibile (Col 1,15) e del suo amore sollecito per l'umanità, ci è data la possibilità di essere riconciliati con il Padre e di essere "trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore" (2 Cor 3,18). L'incarnazione è un segno della fedeltà di Dio oltre ogni nostra infedeltà, che ci consente di recuperare l’immagine originaria perduta con il peccato. Il tentatore, nel giardino, aveva ingannato i nostri progenitori con la menzogna: «Dio sa che nel giorno che ne mangerete, gli occhi vostri si apriranno, e sarete come Dio» (Gn 3,5). Ma ciò che l’uomo ha cercato di conquistare con la disobbedienza, Dio lo dona con la grazia, attraverso Gesù.

La comunione con Cristo non solo ci restituisce l’immagine perduta, ma ci rende eredi di Dio. Quando il Padre ci guarda, non vede in noi solo creature imperfette, ma figli amati, rivestiti della stessa santità di Cristo. E quando noi preghiamo, possiamo rivolgerci a lui con la fiducia di figli, consapevoli che il suo Spirito è stato effuso nei nostri cuori.

Fatti figli nel Figlio, possiamo davvero dire di essere visti da Dio con gli occhi di un Padre. Non siamo più orfani in terra straniera, ma chiamati a regnare con Cristo. In lui, il Padre ci dice: «Tu sei mio figlio, oggi io ti ho generato» (Sal 2,7) e «Ogni cosa mia è tua» (Lc 15,31).

- Rev. Dr. Luca Vona