Lettura
Matteo 11,11-15
11 In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12 Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13 La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14 E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. 15 Chi ha orecchi intenda.
Commento
Entrare a far parte del regno di Dio è un tal privilegio che persino il più piccolo in esso è più grande di Giovanni il Battista. Colui che è perfetto nella legge, come Giovanni, è inferiore a coloro che sono battezzati con Cristo e partecipano al mistero della grazia.
Giovanni è il più grande dei profeti dell'Antico Testamento (v. 11) perché vede con i suoi occhi colui che rappresenta il compimento delle antiche profezie, ma tutti i credenti dopo la venuta di Cristo sono più grandi di lui perché gli è rivelato in pienezza ciò che Giovanni vide soltanto in forma di "ombra". Giovanni vide lo Spirito discendere su Gesù come colomba; gli apostoli lo riceveranno su di sé e ne saranno ripieni nella Pentecoste.
Gesù afferma che il regno dei cieli subisce violenza; letteralmente che è "rapinato" (gr. harpazo) dai violenti; i suoi avversari cercano, infatti, di impedire alla gente di entrarvi. Egli pronuncerà contro costoro una dura invettiva: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci" (Mt 23,13). Il richiamo alla legge e ai profeti (v. 13) rimanda al ruolo di Gesù nel portare a compimento qualcosa che fu solo intravisto da lontano.
Le parole di Gesù sono un monito a guardarci bene dagli scribi e dai farisei che anche oggi si trovano nella Chiesa, sbarrandone le porte con la loro religiosità legalistica.
Gesù porta a compimento le promesse degli antichi profeti, inaugurando la nuova era della salvezza per grazia. Giovanni è da lui paragonato a Elia, il profeta che fu rapito in cielo e del quale Israele attendeva il ritorno prima della fine dei tempi. Elia apparirà sul monte, insieme a Mosè durante la trasfigurazione (Mt 17,1-8) per redere testimonianza al Cristo.
Di fronte all'annuncio dell'avvento dell'agnello di Dio non basta avere orecchi, perché di questi sono dotati anche gli scribi e i farisei; occorre avere l'intelligenza spirituale per comprenderne le implicazioni.
La fede nasce dall'ascolto, ma se saremo ascoltatori distratti, potremmo conoscere a memoria anche tutte le Scritture, senza trovare la strada che conduce alla salvezza. Proprio coloro che credermo rimasti indietro, come i pubblicani e le prostitute, ci passeranno avanti, per incontrare la misericordia di Dio.
Preghiera
Ti ringraziamo, Signore, per averci fatto conoscere i misteri del tuo regno; santificaci nella tua morte e resurrezione e donaci di prevalere contro tutto ciò che può separarci da te. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona