Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

sabato 4 novembre 2023

Assidui e concordi nella preghiera. Commento al Salterio - Salmo 20

Lettura

Salmi 20

1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.

2 Signore, il re gioisce della tua potenza,
quanto esulta per la tua salvezza!
3 Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore,
non hai respinto il voto delle sue labbra.
4 Gli vieni incontro con larghe benedizioni;
gli poni sul capo una corona di oro fino.
5 Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa,
lunghi giorni in eterno, senza fine.
6 Grande è la sua gloria per la tua salvezza,
lo avvolgi di maestà e di onore;
7 lo fai oggetto di benedizione per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
8 Perché il re confida nel Signore:
per la fedeltà dell'Altissimo non sarà mai scosso.
9 La tua mano raggiungerà ogni tuo nemico,
la tua destra raggiungerà chiunque ti odia.
10 Ne farai una fornace ardente,
nel giorno in cui ti mostrerai:
il Signore li consumerà nella sua ira,
li divorerà il fuoco.
11 Sterminerai dalla terra la loro prole,
la loro stirpe di mezzo agli uomini.
12 Perché hanno ordito contro di te il male,
hanno tramato insidie, non avranno successo.
13 Hai fatto loro voltare le spalle,
contro di essi punterai il tuo arco.
14 Alzati, Signore, in tutta la tua forza;
canteremo inni alla tua potenza.

Commento

Il Salmo 21 può essere interpretato come un carme per l'incoronazione del re d'Israele, come una supplica di intercessione prima della partenza per la guerra o come un rendimento di grazie per la sua vittoria. A pronunciarlo è quasi sicuramente un solista, forse un sacerdote che si rivolge al Signore in nome del sovrano (vv. 3-7) e poi a quest'ultimo in nome di Dio (vv. 8-13). la prima parte contiene una benedizione in favore del re, che appare cinto della sua corona d'oro (v. 4); la seconda parte contiene una maledizione dei suoi nemici che saranno divorati dal fuoco (v. 10).

La gloria del re, cinto di maestà e di onore (v. 6) è la gloria (ebr. kabod) stessa di Dio, cui egli partecipa; un pensiero in perfetta sintonia con la concezione orientale della regalità. In Mesopotamia, ad esempio, si riteneva che il re fosse circondato da un'invisibile aureola, che era il distintivo della divinità.

L'assemblea acclama con tre antifone, poste all'inizio, al centro e alla fine del Salmo (vv. 2.8.14). I "lunghi giorni, senza fine" (v. 5) chiesti nella preghiera per il re sono uno dei frutti che produce la benedizione di Dio.

La parte centrale è la chiave di volta della visione della monarchia ebraica (il Signore è il vero re e il sovrano è un suo delegato): "per la fedeltà dell'Altissimo non sarà mai scosso" (v. 8). La fede è il sigillo che sancisce l'alleanza del re con Dio. Il premio è la stabilità del regno.

Il fuoco, che divorerà i nemici del re, è simbolo della presenza e della gloria di Dio nel libro della Genesi (Gn 15,17) e in quello dell'Esodo (Es 3,2), mentre nei libri profetici è presentato come lo strumento della sua collera e della punizione che egli infligge all'uomo (Is 26,11: "Signore, sta alzata la tua mano, ma essi non la vedono. Vedano, arrossendo, il tuo amore geloso per il popolo; anzi, il fuoco preparato per i tuoi nemici li divori"). Anche nel Nuovo Testamento il giudizio finale è raffigurato mediante l'immagine e il simbolo del fuoco (Mt 13,42).

Come il Salmo 19 anche questa liturgia si conclude con un'invocazione corale al Signore (v. 14), ampliata dal desiderio della comunità di celebrare le gesta del suo Dio (v. 14). La "potenza" evocata dalle parole finali riprende l'espressione iniziale del salmo, con cui fa da inclusio.

Nella vittoria del re d'Israele il popolo cristiano vede prefigurata la vittoria di Gesù sul peccato e sulla morte, nella prospettiva della Chiesa e dell'eternità.

- Rev. Dr. Luca Vona