Lettura
Luca 10,21-24
23 E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24 Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono».
Commento
La preghiera con cui Gesù ringrazia il Padre e proclama la beatitudine dei discepoli ci introduce nel nella profonda relazione tra Dio e l'umanità, in Cristo. Egli rende lode al Padre con una gioia ispirata dallo Spirito Santo. La ragione di questa gioia è l'amore del Padre per "i piccoli", ai quali egli si è compiaciuto di rivelare "queste cose".
Di quali cose si tratta? Si tratta dello mistero del Figlio che può essere conosciuto solo per mezzo del Padre e del del Padre che può essere conosciuto solo per mezzo del Figlio, Parola di Dio che si è pienamente manifestata nella carne. Ascoltando la voce del Padre, che ci invita alla sequela di Cristo, sperimentiamo anche noi questo rapporto di comunione privilegiato. Si tratta di una beatitudine celeste già anticipata su questa terra, mediante la fede, che ci avvicina alla natura intima di Dio come a nessuno degli antichi profeti fu data l'opportunità.
Beati coloro che si scoprono figli fatti dallo Spirito Santo a immagine del Figlio di Dio e che si comprendono amati da un Padre di infinita misericordia. Beati coloro che conoscono il Padre contemplando e ascoltando il Figlio. Beati coloro che non si considerano pieni della dottrina e della sapienza di questo mondo, ma la cui sapienza più alta, come afferma Paolo, risiede nella conoscenza di Gesù Cristo e di questi crocifisso (1 Cor 2,4). Perché è nel mistero della croce che ci è rivelata la prossimità di Dio anche a ciò che è più umile e disprezzato, affinché possa essere redento nella luce della risurrezione.
Preghiera
Signore, concedici di accoglierti con semplicità di cuore; per essere introdotti nel tuo mistero di salvezza e crescere continuamente nel tuo amore. Amen.
- Rev. Dr. Luca Vona