Lettura
1 Preghiera. Di Davide.
Accogli, Signore, la causa del giusto,
sii attento al mio grido.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c'è inganno.
2 Venga da te la mia sentenza,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
3 Saggia il mio cuore, scrutalo di notte,
provami al fuoco, non troverai malizia.
La mia bocca non si è resa colpevole,
4 secondo l'agire degli uomini;
seguendo la parola delle tue labbra,
ho evitato i sentieri del violento.
5 Sulle tue vie tieni saldi i miei passi
e i miei piedi non vacilleranno.
6 Io t'invoco, mio Dio: dammi risposta;
porgi l'orecchio, ascolta la mia voce,
7 mostrami i prodigi del tuo amore:
tu che salvi dai nemici
chi si affida alla tua destra.
8 Custodiscimi come pupilla degli occhi,
proteggimi all'ombra delle tue ali,
9 di fronte agli empi che mi opprimono,
ai nemici che mi accerchiano.
Commento
Il Salmo 16 rivela due tonalità: una protesta d'innocenza davanti al giudice supremo e una supplica per il Salvatore. Emerge la certezza che Dio protegge i suoi fedeli, li custodisce come pupilla dei suoi occhi (cfr. Dt 32,10; Pr 7,2) e li protegge all'ombra delle sue ali, simbolo dell'Arca dell'alleanza presente nel tempio, sormontata da due cherubini alati (Es 25,18-20).
Il contesto templare del Salmo è suggerito anche dalle parole "Venga da te il mio giudizio" (v. 2), più fedelmente, secondo il testo ebraico "Dal tuo cospetto il mio giudizio procede", che attestano l'attesa della sentenza declaratoria dell'innocenza dell'orante trasmessa nel santuario con la mediazione del sacerdote.
La prova divina nella notte (v. 3) ha fatto pensare alla pratica, attestata nel vicino Oriente, della sacra incubazione: il sonno mette l'uomo in uno stato ideale per un vaglio efficace da parte del divino scrutatore, non permettendo all'esaminato la più lieve resistenza.
Il salmista si affida alla destra del Signore (v. 7); giustizia e misericordia sono profondamente intrecciate, perché attraverso la potenza del braccio di Dio (cfr. Lc 1,51) si manifestano i prodigi del suo amore. Più fedelmente al testo ebraico bisognerebbe tradurre utilizzando il plurale "le tue misericordie", che si riferisce alle numerose circostanze in cui Dio si è mostrato benevolo con il suo popolo e con i suoi fedeli in particolare.
In prospettiva cristiana il Salmo può essere interpretato come voce di Cristo nella sua passione. Solo lui infatti può proclamarsi giusto (v. 1), nella sicurezza che l'occhio del Padre, che saggia il cuore (v. 2) non troverà malizia.
- Rev. Dr. Luca Vona