La Chiesa luterana fa oggi memoria di Giovanni Ecolampadio alias Jo(h)annes Oecolampadius (Weinsberg, 1482 – Basilea, 24 novembre 1531), teologo, umanista e riformatore svizzero.
Il suo vero nome era Johannes Heussgen (ma spesso scritto anche come Husschyn, Hussgen, Huszgen, Hausschein). Come usuale all'epoca fra umanisti, il nome fu tradotto in una delle due lingue classiche (in questo caso il greco oikos, casa, e lampas, lampada).
Studiò a Heidelberg e Bologna, e nel 1510 fu ordinato sacerdote e ottenne una parrocchia a Weinsberg. Le sue prediche, che auspicavano una riforma della Chiesa, crearono molti contrasti e lo costrinsero in seguito a lasciare la città nel 1518.
Già precedentemente, nel corso dei suoi vari soggiorni a Tubinga, Stoccarda e Heidelberg, aveva imparato la lingua ebraica ed era entrato in contatto con umanisti del calibro di Johannes Reuchlin, Filippo Melantone e Volfango Capitone. Nel 1515 a Basilea, dove aveva concluso i propri studi di teologia, aveva conosciuto anche Erasmo da Rotterdam, che aveva assistito per l'edizione del Nuovo Testamento. Dopo essersi laureato, pubblicò una grammatica della lingua greca e una serie di traduzioni dei padri della Chiesa.
Ecolampadio iniziò a studiare gli scritti di Lutero, ritirandosi in un convento. Qui continuò a dedicarsi alle traduzioni dei padri della Chiesa e aderì alla dottrina della giustificazione per sola fede. Egli rese pubblica la propria adesione alla Riforma con due scritti. Dovette lasciare il convento, diventando cappellano del castello di Franz von Sickingen, ed entrò in contrasto con Erasmo, che non aderì mai alla Riforma.
Partecipò alla disputa sacramentaria (1525) e al colloquio di Marburgo. Sulla questione eucaristica si associò alla posizione di Zwingli. Fu sempre in posizione conciliante, e tollerante anche nelle lotte con i cattolici, gli anabattisti, il Serveto.
Nel 1522 si stabilì definitivamente a Basilea, dove continuò la traduzione dei padri della Chiesa. Diede lezioni pubbliche sui profeti biblici.
Morì nel 1531, appena poche settimane dopo la morte di Zwingli. È sepolto nel Duomo di Basilea e uno dei comuni ecclesiastici del Canton Basilea Città porta il suo nome.