Lettura
1 Al maestro del coro. Salmo. Di Davide.
2 Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
3 Fino a quando nell'anima mia proverò affanni,
tristezza nel cuore ogni momento?
Fino a quando su di me trionferà il nemico?
4 Guarda, rispondimi, Signore mio Dio,
conserva la luce ai miei occhi,
perché non mi sorprenda il sonno della morte,
5 perché il mio nemico non dica: «L'ho vinto!»
e non esultino i miei avversari quando vacillo.
6 Nella tua misericordia ho confidato.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza
e canti al Signore, che mi ha beneficato.
Commento
Il salmista è nell'ora della prova e della desolazione dello spirito, quando il buio è così totale da dare l'impressione che Dio abbia nascosto il suo volto.
Ripetuta quattro volte, la locuzione "Fino a quando?" - ricorrente nei Salmi (cfr. 6,4; 79,5; 88,47; 94,3) - sottolinea il carattere di gravità della situazione, la tensione dell'attesa e l'urgenza dell'intervento che viene invocato. Si tratta di un interrogativo audace, diretto e categorico; è il grido di un fedele che si sente abbandonato da Dio.
Gli affanni dell'anima (v. 3) sono, in una traduzione più fedele al testo originale, il "volgersi dei pensieri", cioè l'indagine dolorosa della colpa, della causa recondita che ha dato origine all'allontanamento di Dio.
L'invocazione "Guarda" diretta al Signore è caratteristica della preghiera veterotestamentaria (cfr. Sal 80,15; 84,10; Is 63,10) con cui si vuole attirare lo sguardo salvifico di Dio sulle miserie dell'uomo. L'appello "rispondimi" potrebbe indicare l'attesa dell'oracolo profetico nel tempio.
In prospettiva cristiana il salmo si fa voce di Gesù nella passione e voce della Chiesa che attende il suo ritorno; è un sospiro di dolore che sale dalla terra al cielo.
Se il primo movimento della supplica è segnato dall'invocazione e dalla protesta, il secondo si pacifica già nella fiducia e nella gioia. L'orante si ostina, come Abramo, a fidarsi di Dio, nella preghiera della fede pura, priva di "appigli". Il nemico - nel caso di Cristo il nemico per eccellenza, la morte - non potrà esclamare «L'ho vinto!» (v. 5). Certo dell'intervento misericordioso del Signore, il salmista gioisce e innalza il suo canto di lode.
- Rev. Dr. Luca Vona