Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

giovedì 4 agosto 2022

Assidui e concordi nella preghiera. Commento al Salterio - Salmo 8

Lettura

Salmi 8

1 Al maestro di coro. Sul canto: «I Torchi...».
Salmo. Di Davide.
2 O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
3 Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
4 Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
5 che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
6 Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
7 gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
8 tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
9 Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
10 O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.

Commento

Il salmo è aperto da un'indicazione dell'aria popolare ("I Torchi") sul quale va cantato. Quasi tutti i Salmi sono introdotti da titoli che sebbene non appartengono al testo originario furono inseriti già in epoca molto antica. Questi titoli riguardano il genere letterario (canto, lode, lamento), le annotazioni musicali ("Al maestro del coro", "Per strumenti a corda", ecc.), la melodia sul quale il salmo va cantato.

Il componimento può essere considerato una serena meditazione sul primo capitolo della Genesi. Contemplando un cielo stellato il salmista scorge la magnificenza del Creatore e con la purezza di cuore di un fanciullo innalza un inno di ammirazione e di lode. Gesù richiamerà il salmo per difendere i bambini osannanti in suo onore nel tempio (Mt 21,16). Accanto alla luna e alle stelle non viene menzionato il sole, il che suggerisce l'idea di una contemplazione notturna.

Il salmista rappresenta l'universo come opera delle dita del Signore, che con la delicatezza e perizia di un artigiano che lavora la creta, lo plasma pazientemente tra le sue dita. Le stelle, che Dio ha "fissate" (v. 4), sono rappresentate, secondo una concezione orientale, come pietre preziose incastonate nella volta celeste. I tempi e le dimensioni dell'universo sono immensamente grandi rispetto alla piccolezza dell'uomo e alla sua breve vita (vv. 4-5). Eppure Dio lo ha rivestito di gloria e di onore (vv. 6-9). 

A sottolineare la magnanimità di Dio nella sua considerazione per l'uomo viene usato il termine ebraico elohim, che normalmente designa "Dio" o "gli dèi", membri della corte celeste, e che la Bibbia dei Settanta traduce in greco con la parola angeloi. Anche la Lettera agli Ebrei, riprendendo questo salmo, privilegia tale significato (Eb 2,7). Seguendo la versione ebraica il versetto 6 potrebbe essere tradotto "lo hai fatto poco meno di un Dio"; in ogi caso, il significato è che l'uomo è innalzato a tal punto da esser posto a fianco degli esseri celesti, partecipi della dignità regale del Signore. Dio, infatti, si china verso questa piccola creatura, granello di sabbia nell'universo, si ricorda e si cura di essa e infine l'incorona, concedendogli autorità sulla creazione.

La preghiera rappresenta, dunque, anche un appello all'uomo perché sappia custodire con responsabilità il progetto che Dio gli ha affidato. Purtroppo l'uomo si comporta spesso sul nostro pianeta come un folle tiranno, prevaricando il prossimo e sfruttando irresponsabilimente la creazione.

Il salmo trova il suo senso pieno in Cristo: è nel verbo, infatti, che l'universo è stato creato e nella sua incarnazione l'uomo è stato coronato di gloria e onore. La gloria e l'onore traducono i termini ebraici kabod e hadar, che nell'Antico testamento sono prerogative di Dio, di cui egli può rendere partecipe il re, suo luogotenente (cfr. Sal 21,6). Il salmista vede l'uomo elevato da Dio alla sua stessa altezza regale. Gesù, come Figlio dell'uomo, restaura in lui in pienezza l'immagine divina perduta con il peccato e rappresenta tutto ciò che l'uomo dovrebbe essere e fare. Uniti a Cristo nella fede i credenti possono sperimentare questa novità di vita.

Il salmo è sigillato dall'antifona che aveva aperto questo inno alla creazione, conferendo compattezza alla composizione poetica e sottolineando il concetto principale. Il nome divino, del quale viene esaltata la maestà, indica il carattere personale di Dio e racchiude tutti i suoi attributi, che si manifestano nella realtà creata e nell'opera di redenzione dell'uomo.

- Rev. Dr. Luca Vona