Introduzione
L'induismo, una delle tradizioni religiose e filosofiche più antiche del mondo, offre una visione complessa e articolata dell'esistenza umana attraverso il concetto dei Purushartha, letteralmente "gli scopi dell'uomo" o "ciò che è perseguito dall'essere umano". Questa dottrina rappresenta uno dei pilastri fondamentali del pensiero hindu, fornendo un quadro sistematico per comprendere e organizzare gli obiettivi legittimi dell'esistenza umana in un equilibrio armonioso tra dimensione materiale e spirituale.
I quattro Purushartha - Dharma (dovere etico), Artha (prosperità materiale), Kama (piacere e desiderio) e Moksha (liberazione spirituale) - non sono semplicemente categorie filosofiche astratte, ma rappresentano una guida pratica per vivere una vita completa e significativa. Questa concezione riflette la profonda saggezza dell'induismo nel riconoscere che l'essere umano è un'entità multidimensionale con bisogni e aspirazioni che spaziano dal fisico al metafisico.
Dharma: Il fondamento etico dell'esistenza
Il Dharma costituisce il primo e più fondamentale dei Purushartha, rappresentando il principio dell'ordine cosmico e sociale che governa l'universo e la condotta umana. Derivato dalla radice sanscrita dhr che significa "sostenere" o "mantenere", il Dharma è ciò che sostiene l'armonia del cosmo e della società.
Nel contesto individuale, il Dharma si manifesta come il dovere personale di ciascuno, determinato dalla propria posizione sociale (varna), fase della vita (ashrama), capacità naturali e circostanze specifiche. Questa concezione dinamica del dovere etico riconosce che non esiste un codice morale universale rigido, ma che i doveri etici si adattano alle specifiche condizioni di vita di ogni individuo.
La Bhagavad Gita illustra magistralmente questo principio attraverso il dilemma di Arjuna, che deve confrontarsi con il conflitto tra il suo dovere di guerriero (kshatriya dharma) e i suoi sentimenti personali. Krishna insegna che seguire il proprio dharma, anche quando è difficile, è preferibile al tentativo di assumere il dharma di un altro, per quanto possa sembrare più nobile.
Il Dharma si manifesta anche come dharma universale (sanatana dharma), che include principi etici fondamentali come la non violenza (ahimsa), la veridicità (satya), la purezza (saucha), l'autocontrollo (brahmacharya) e la compassione (karuna). Questi principi trascendono le divisioni sociali e rappresentano il fondamento etico comune a tutta l'umanità.
L'importanza del Dharma è sottolineata dal fatto che esso è considerato la base su cui poggiano gli altri tre Purushartha. Senza il fondamento etico del Dharma, la ricerca di Artha e Kama degenera in avidità e lussuria, mentre Moksha diventa irraggiungibile.
Artha: la prosperità materiale e il benessere sociale
Artha, il secondo Purushartha, rappresenta la legittima aspirazione alla sicurezza materiale, alla prosperità economica e al benessere sociale. Lungi dall'essere una mera accumulazione di ricchezza, Artha comprende tutto ciò che è necessario per mantenere la vita fisica e sociale: mezzi di sussistenza, sicurezza, status sociale, potere politico e risorse materiali.
L'inclusione di Artha tra i Purushartha riflette il realismo dell'induismo nel riconoscere che gli esseri umani hanno bisogni materiali legittimi e che la rinuncia ascetica non è l'unica via spirituale valida. La tradizione riconosce che per la maggior parte delle persone, una base materiale sicura è necessaria per perseguire efficacemente gli obiettivi spirituali superiori.
Il Kautilya Arthashastra, antico trattato di scienza politica ed economica, elabora dettagliatamente i principi per acquisire e mantenere Artha a livello sia individuale che statale. Questo testo sottolinea l'importanza dell'organizzazione sociale, del commercio equo, della giustizia amministrativa e della protezione dei cittadini come componenti essenziali di una società prospera.
Tuttavia, la ricerca di Artha deve sempre rimanere subordinata al Dharma. La prosperità acquisita attraverso mezzi non etici è considerata controproducente e destinata alla distruzione. La ricchezza deve essere guadagnata attraverso mezzi legittimi, utilizzata per scopi nobili e condivisa con coloro che ne hanno bisogno.
L'equilibrio tra Artha e Dharma è particolarmente evidente nel concetto di grihastha (capofamiglia), dove l'individuo ha il dovere di provvedere economicamente alla propria famiglia e di contribuire al benessere sociale, pur mantenendo sempre l'orientamento etico nelle proprie attività.
Kama: il piacere e la realizzazione del desiderio
Kama, il terzo Purushartha, rappresenta la legittimità del piacere, del desiderio e della realizzazione estetica nella vita umana. Questo concetto va ben oltre la mera gratificazione sessuale, includendo tutti i piaceri sensoriali, estetici, emotivi e intellettuali che arricchiscono l'esperienza umana.
Il Kamasutra di Vatsyayana, spesso frainteso in Occidente come un semplice manuale sessuale, è in realtà un trattato completo sulla raffinata arte di vivere, che include l'apprezzamento della bellezza, delle arti, della musica, della poesia e delle relazioni umane armoniose. Questa opera illustra come il piacere possa essere coltivato in modo etico e raffinato, contribuendo alla crescita personale e sociale.
L'inclusione di Kama tra i Purushartha riflette una visione olistica della natura umana che non vede il corpo e i sensi come ostacoli alla spiritualità, ma come aspetti integranti dell'esperienza umana che possono essere trasformati e sublimati. Questa prospettiva si distingue nettamente da tradizioni religiose che considerano il piacere intrinsecamente peccaminoso o spiritualmente dannoso.
Tuttavia, come per Artha, anche Kama deve essere perseguito nel rispetto del Dharma. Il piacere etico è quello che non causa danno a se stessi o agli altri, che rispetta i diritti e la dignità di tutte le persone coinvolte, e che contribuisce all'armonia sociale piuttosto che alla discordia.
La tradizione distingue tra sattvika kama (piacere puro e elevato), rajasika kama (piacere passionale ma non dannoso) e tamasika kama (piacere degradato e distruttivo). L'obiettivo è coltivare forme sempre più raffinate di piacere che nutrano l'anima oltre che i sensi.
Moksha: la liberazione spirituale suprema
Moksha rappresenta il culmine e l'obiettivo ultimo dei Purushartha, costituendo la liberazione definitiva dal ciclo delle rinascite (samsara) e la realizzazione della propria vera natura divina. Questo concetto centrale della spiritualità hindu rappresenta la trascendenza di tutte le limitazioni, la cessazione della sofferenza e l'unione con l'Assoluto.
Le Upanishad descrivono Moksha come la realizzazione dell'identità fondamentale tra l'anima individuale (Atman) e la Realtà Ultima (Brahman). Questa realizzazione non è semplicemente intellettuale, ma rappresenta una trasformazione completa dell'essere che elimina l'ignoranza (avidya) che è la radice di tutta la sofferenza.
La tradizione hindu riconosce diverse vie (yoga) per raggiungere Moksha: il karma yoga (via dell'azione disinteressata), il bhakti yoga (via della devozione), il jnana yoga (via della conoscenza) e il raja yoga (via della meditazione). Questa molteplicità di approcci riflette la comprensione che diversi temperamenti e inclinazioni richiedono metodi diversi per la realizzazione spirituale.
Moksha non è necessariamente uno stato da raggiungere solo dopo la morte, ma può essere realizzato in questa vita stessa (jivanmukti). Il jivanmukta, l'essere liberato vivente, continua a vivere nel mondo ma è completamente libero dall'identificazione con il corpo-mente e dalle reazioni karmiche delle proprie azioni.
La relazione di Moksha con gli altri tre Purushartha è complessa e dinamica. Per alcuni, Moksha rappresenta la trascendenza e l'abbandono degli altri obiettivi mondani. Per altri, la ricerca di Moksha trasforma e purifica la ricerca di Dharma, Artha e Kama, rendendoli strumenti di crescita spirituale piuttosto che fini in se stessi.
L'integrazione dinamica dei quattro Purushartha
La genialità del sistema dei Purushartha risiede non nella separazione rigida di questi quattro obiettivi, ma nella loro integrazione dinamica e mutualmente supportiva. Questa concezione olistica riconosce che l'essere umano evolve attraverso diverse fasi della vita e che le priorità possono cambiare mantenendo sempre un orientamento verso la crescita integrale.
Durante la fase dello studente (brahmacharya ashrama), l'enfasi è posta sul Dharma attraverso l'educazione e la formazione del carattere. Nella fase del capofamiglia (grihastha ashrama), tutti e quattro i Purushartha sono attivamente perseguiti in equilibrio dinamico. Durante la fase del ritiro graduale (vanaprastha ashrama), l'enfasi si sposta verso Moksha pur mantenendo i doveri sociali. Nella fase della rinuncia (sannyasa ashrama), Moksha diventa l'obiettivo predominante.
Questa progressione non è rigida o obbligatoria, ma rappresenta un modello naturale di sviluppo che rispetta tanto le esigenze pratiche della vita quanto le aspirazioni spirituali superiori. L'importante è mantenere sempre l'orientamento etico del Dharma come fondamento di tutte le altre ricerche.
Rilevanza contemporanea e sfide moderne
Nel mondo contemporaneo, il sistema dei Purushartha offre una prospettiva preziosa per affrontare le sfide della vita moderna. In un'epoca caratterizzata da materialismo estremo da un lato e fondamentalismo religioso dall'altro, questa concezione equilibrata fornisce una terza via che onora tanto le esigenze materiali quanto quelle spirituali.
La crisi ecologica contemporanea può essere vista come il risultato di una ricerca di Artha scollegata dal Dharma, dove la prosperità materiale è perseguita senza considerazione per l'etica ambientale e la sostenibilità. I Purushartha suggeriscono che vera prosperità deve essere ecologicamente sostenibile e socialmente equa.
Similarmente, molte delle tensioni sociali contemporanee derivano dalla mancanza di una visione integrata che rispetti tanto i bisogni materiali quanto quelli spirituali delle persone. Il sistema dei Purushartha offre un modello per politiche pubbliche che promuovano il benessere materiale senza trascurare i valori etici e le aspirazioni spirituali.
Conclusione
I quattro Purushartha rappresentano una delle più sofisticate concezioni dell'esistenza umana mai elaborate, offrendo un modello di vita che è tanto pratico quanto profondo, tanto realistico quanto idealistico. Questo sistema riconosce la complessità della natura umana e fornisce una guida per navigare le sfide dell'esistenza mantenendo sempre l'orientamento verso la crescita integrale.
La saggezza dei Purushartha risiede nel loro rifiuto di false dicotomie tra materiale e spirituale, tra dovere e piacere, tra individuo e società. Invece, essi propongono una visione olistica dove tutti gli aspetti legittimi dell'esistenza umana trovano il loro posto appropriato in un'armonia dinamica orientata verso la realizzazione ultima.
In un mondo sempre più frammentato, il messaggio dei Purushartha rimane straordinariamente rilevante: una vita veramente significativa richiede l'integrazione equilibrata di dovere etico, benessere materiale, piacere raffinato e aspirazione spirituale. Solo attraverso questa integrazione l'essere umano può realizzare pienamente il proprio potenziale e contribuire all'armonia cosmica che è l'obiettivo ultimo di tutta l'esistenza.
- Rev. Dr. Luca Vona