Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

lunedì 2 ottobre 2023

Fermati 1 minuto. Accogliere un Dio che si fa bambino

Lettura

Luca 9,46-50

46 Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. 47 Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: 48 «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande». 49 Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». 50 Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Commento

Gesù ha appena annunciato l'approssimarsi della sua passione, ma i discepoli non hanno compreso e sono impauriti. (Lc 9,44-45); non riescono a cogliere la grandezza del sacrificio che si sta per compiere e si mettono a discutere tra di loro su chi sia il più grande. 

Capita anche a noi credenti, come individui, e forse ancor più alle chiese, come istituzioni religiose: una tendenza all'autoreferenzialità, a sentirsi depositari della vera ortodossia e ortoprassi. Così l'unica Chiesa di Cristo si è frammentata nei secoli in numerose denominazioni, lacerando il suo Corpo mistico e rinnovando nella storia la sua passione. 

Proprio Giovanni, l'evangelista che più di tutti insiste sulla natura di Dio come amore, pone a Gesù il quesito se sia giusto che uno "che non è con noi tra i tuoi seguaci" scacci i demòni nel nome di Gesù. Ma il Signore, che aveva invitato a giudicare l'albero dai frutti, respinge ogni settarismo. 

Gesù prende un bambino, se lo mette vicino (v. 47) e lo addita come esempio per chi vuole essere grande tra i discepoli. Un bambino è totalmente dipendente dai genitori e così il vero discepolo deve tenere a mente che nulla può fare senza la grazia che opera in lui. 

Gesù, che non considerando un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio si è fatto obbediente fino alla morte (Fil 2,6-8), rivela lo stretto legame tra l'incarnazione e la passione, tra la culla e la croce. 

Il parallelo che egli pone tra la sua natura e quella di un fanciullo mostra un Dio che si fa bisognoso delle nostre cure, per non "scomparire" tra le malvagità del mondo e che ci chiama a custodire il dono fragile e prezioso che abbiamo ricevuto.

Preghiera

Donaci l'umiltà, Signore, per superare le divisioni e operare nel tuo nome contro il male. La tua grazia ci trovi sempre docili all'azione dello Spirito, affinché possiamo crescere in santità e giustizia davanti ai tuoi occhi. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona