Nel 1315 termina la sua lunga e feconda parabola terrena l'erudito catalano Raimondo Lullo.
Nato in una famiglia nobile dell'isola di Maiorca, terra di incontri ma anche di scontri frequenti nel XIII secolo fra ebrei, cristiani e musulmani, Raimondo Lullo trascorse tutta la sua vita cercando di conoscere e comprendere in profondità l'alterità della cultura musulmana per portare ad essa il messaggio vitale del vangelo.
Raimondo Lullo (1232-1316) |
In un'epoca di contrapposizioni cruente, di espulsioni e di massacri, egli seppe cercare sempre la via del dialogo, studiando da solo le lingue orientali e la tradizione filosofica araba, e compiendo ripetuti viaggi sulle coste dell'Africa settentrionale, armato soltanto della propria fede e della propria intelligenza.
Divenuto teologo e filosofo di fama internazionale, egli ricevette sul finire della vita una parziale ricompensa alle umiliazioni patite ad opera dei saraceni, ma anche dei correligionari cristiani, che poco lo avevano compreso, quando gli fu permesso di esporre il suo originale metodo teologico nelle grandi università dell'epoca.
Lullo morì in circostanze imprecisate, di ritorno dall'ennesimo viaggio in terra saracena, dopo aver lasciato una vastissima produzione letteraria (circa 300 opere), alla quale attingeranno uomini di grande levatura come Nicolò di Cusa, Pico della Mirandola e Giordano Bruno.
Secondo alcune tradizioni, negli ultimi anni della sua vita sarebbe stato accolto dall'Ordine francescano e sarebbe morto martire. La data odierna è quella in cui lo ricordano i francescani.
Tracce di lettura
All'uscita da una certa città s'incontrarono tre Savi: l'uno era ebreo, l'altro cristiano e l'altro saraceno. Appena si scorsero, essi si salutarono, s'abbracciarono l'un l'altro gioiosamente, decidendo di comune accordo di tenersi per un poco compagnia. Ciascuno s'informò delle condizioni, della salute e dei desideri altrui; quindi convennero di camminare insieme, per riposare i loro spiriti affaticati dagli studi ... Quand'ebbero terminato di conversare, presero congedo l'uno dall'altro assai amabilmente: ciascuno domandò agli altri di volerlo perdonare nel caso egli avesse detto alcunché di irriguardoso nei confronti della loro legge; e ciascuno perdonò. Sul punto ormai di separarsi, uno di loro disse: «Signori, quale profitto trarremo dall'avventura che ci è capitato di vivere? Non potremo forse discutere un po', ogni giorno, rispettando sempre le norme che ci ha illustrato madonna Intelligenza? E non potremo forse impegnarci a renderci ogni onore e servizio, al fine di giungere ancor prima ad un accordo? Sono infatti proprio la guerra, la sofferenza, la malevolenza e il continuo infliggersi l'un l'altro onte e danni che impediscono agli uomini d'unirsi in una stessa fede».
(Raimondo Lullo, Il libro del Gentile e dei tre Savi)
- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose