Non si tratta di recitare lunghe formule né di esercizi di pietà da compiere. Si tratta di uno stato d'animo. Si prega scopando le scale (cosa che spesso dimentico di fare), segando la legna e mettendola nella stufa, accostando al tubo le mani screpolate dal freddo, e assaporando gli ultimi pensieri su qualche ricamo della fantasia. Si offre tutto questo a Dio di tanto in tanto; si rimane, senza pensarci, in questa intenzione e in questo sguardo reciproco: ed è la preghiera, quella vera, quella che parte dal cuore e diviene vita; quella che unisce la formula del mattino a quella della sera e riempi la giornata; è essa che rende pieni i giorni e li rende dolci quando si presentano con delle spine in mano.
- Augustin Guillerand, certosino, Valore apostolico della vita contemplativa, t. 2, p. 183