Oggi ricordiamo l'elogio di Gesù: "Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono!" (Mt 13,16). Queste parole ci interpellano: sono rivolte solo ai discepoli che Lo seguivano fisicamente, o anche a noi? A prima vista, potremmo pensare che i veri fortunati siano stati loro, avendo avuto il privilegio di camminare accanto al Messia, di ascoltare direttamente la sua voce, di toccare con mano i suoi miracoli.
Eppure, Gesù stesso ci aiuta a comprendere la profondità di questa beatitudine quando aggiunge: "In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro" (Mt 13,17). Qui sta il punto cruciale: quei profeti dell'Antico Testamento aspettavano il Messia come una promessa futura, mentre noi oggi viviamo nella pienezza dei tempi, nell'era della salvezza compiuta.
Sì, è vero che noi non abbiamo visto Gesù con i nostri occhi fisici, ma la fede ci dona una visione più profonda. Non abbiamo udito la sua voce materiale, ma ascoltiamo ogni giorno la sua Parola che risuona nella Chiesa. Come dice sant'Agostino: "Quelli Lo videro presente nella carne, ma noi Lo contempliamo presente nella fede". La nostra conoscenza di Cristo, sebbene diversa da quella degli apostoli, non è meno reale o meno potente.
Anzi, in un certo senso, la nostra condizione è ancora più beata, perché mentre i discepoli spesso faticavano a comprendere (pensiamo a Pietro che rinnega o a Tommaso che dubita), a noi è dato di contemplare l'intero mistero pasquale nella luce della Risurrezione.
Come vivere allora questa beatitudine? Attraverso un incontro vivo e personale con Cristo nella preghiera, nell'ascolto della Scrittura, nei sacramenti. Non siamo chiamati a rimpiangere un passato irraggiungibile, ma a vivere un presente glorioso: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20).
Sant'Agostino ci esorta: "Ricevi l'immagine di Dio che avevi perduto". Questo è il nostro privilegio più grande: non solo conoscere Cristo, ma diventare simili a Lui. La vera beatitudine non sta nell'avere visto, ma nel lasciarsi trasformare da ciò che abbiamo contemplato con gli occhi della fede.
- Rev. Dr. Luca Vona