Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 18 aprile 2025

La potenza della croce in un mondo diviso

In un’epoca segnata da profonde divisioni politiche, culturali e persino ecclesiali il messaggio della croce si erge come un richiamo radicale all’unità, all’umiltà e alla riconciliazione. La teologia della croce, radicata nella vittoria paradossale del sacrificio di Cristo, offre un modello per i cristiani che navigano nel panorama polarizzato di oggi. Come scrive l’apostolo Paolo: “La parola della croce è follia per quelli che periscono, ma per noi che siamo salvati è potenza di Dio” (1 Corinzi 1,18). La croce può guidare i credenti a superare le divisioni e promuovere la guarigione in un mondo frammentato.

La croce contro il potere mondano

La teologia della croce sfida l’ossessione del mondo per il potere, il successo e l’autoaffermazione. In una società in cui i dibattiti si trasformano in scontri e i social media amplificano l’indignazione, la croce propone un’alternativa: la vittoria attraverso la resa, la forza attraverso la debolezza. La crocifissione di Gesù non fu un trionfo secondo gli standard umani, ma un atto divino che sovvertì le aspettative. Per i cristiani, ciò significa resistere alla tentazione di “vincere” le discussioni a scapito dell’amore o di demonizzare chi la pensa diversamente.
La croce invita all’umiltà, riconoscendo che tutti dipendiamo dalla grazia di Dio. In pratica, questo può tradursi nella scelta di ascoltare invece di polemizzare o nel cercare punti in comune con chi ha opinioni opposte. Abbracciando l’umiltà della croce, i cristiani possono mostrare un modo diverso di relazionarsi col mondo, che mette la riconciliazione al primo posto.

Ascolto e sacrificio in un’era polarizzata

La polarizzazione si nutre del rifiuto di comprendere l’altro. Che si tratti di dibattiti su immigrazione, giustizia sociale o questioni morali, l’istinto di trincerarsi e attaccare prevale spesso sull’amore per il prossimo. La teologia della croce contrasta questa tendenza invitando a una vita di sacrificio. Come Cristo ha dato la sua vita per l’umanità, i cristiani sono chiamati a mettere da parte l’orgoglio, il bisogno di avere ragione e la paura della vulnerabilità.
Questo atteggiamento può manifestarsi in modi concreti: un pastore che facilita un dialogo tra membri divisi della comunità, un gruppo che organizza un forum per il confronto civile, o un individuo che sceglie di pregare per i propri avversari ideologici invece di giudicarli. Questi gesti, per quanto piccoli, riflettono la potenza trasformativa della croce, che trasforma l’ostilità in opportunità di grazia. Come dice Efesini 2,16, Cristo ha “riconciliato entrambi con Dio mediante la croce, distruggendo l’inimicizia”.

La croce come speranza di riconciliazione

La croce non è solo simbolo di sofferenza, ma promessa di redenzione. In un mondo in cui le divisioni sembrano insormontabili, offre la speranza che la riconciliazione sia possibile. La morte di Cristo ha abbattuto il “muro di separazione” (Efesini 2:14), creando un’umanità nuova unita in Lui. Questa visione spinge i cristiani a lavorare per l’unità, non ignorando le differenze, ma radicando la propria identità in Cristo sopra ogni cosa.
Le chiese possono essere protagoniste in questa missione, creando spazi per dialoghi onesti, insegnando il potere riconciliatore del Vangelo e promuovendo azioni di servizio che uniscano. Ad esempio, una comunità in una città politicamente divisa potrebbe organizzare un progetto di volontariato che riunisca persone di schieramenti opposti, favorendo relazioni che superino i conflitti.

Passi concreti per chiese e credenti

Per vivere la teologia della croce in un mondo polarizzato, cristiani e chiese possono adottare azioni pratiche:
Predicare la croce con coraggio: I pastori dovrebbero sottolineare il messaggio controculturale della croce, invitando a preferire l’unità all’appartenenza partitica.

· Creare spazi di dialogo: Organizzare incontri dove persone con opinioni diverse possano confrontarsi in un ambiente rispettoso e cristocentrico.

· Praticare un’ospitalità radicale: Accogliere chi si sente emarginato—per motivi politici, culturali o religiosi—mostrando l’amore di Cristo.

· Pregare per i nemici: Seguendo Matteo 5:44, impegnarsi a pregare per chi ci oppone, confidando nell’opera di Dio nei loro cuori.

Un invito all’azione

In un mondo segnato da divisioni la croce rimane un rimedio potente. Ci ricorda che la vera forza è nella debolezza, la vera vittoria nella resa, e la vera unità nell’amore riconciliatore di Cristo. Come credenti, siamo chiamati a incarnare questa verità con le nostre azioni. Vivendo la teologia della croce, possiamo offrire a un mondo stanco un barlume della speranza e della guarigione che si trovano in Gesù.
Prendiamo dunque la croce — non come peso, ma come stendardo di grazia — e camminiamo con coraggio in un mondo diviso, certi che la potenza di Dio opererà attraverso di noi per sanare ciò che è spezzato.

- Rev. Dr. Luca Vona