Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

L'anglicanesimo durante il regno di Carlo I Stuart

Gli ultimi anni del regno di re Giacomo I videro l'ascesa dell'influenza arminiana nella Chiesa d'Inghilterra, specialmente con la nomina all'episcopato di uomini come Richard Neile, Lancelot Andrewes e William Laud. Gli arminiani videro la necessità di restaurare gli ideali cattolici della Chiesa, che erano messi a rischio dal dominio della teologia e del pensiero calvinista, molto influenti negli ultimi anni del regno della regina Elisabetta e nei primi anni del re Giacomo.

Icona raffigurante Carlo I Stuart

Carlo I Stuart era un arminiano dichiarato che fortemente influenzato da Andrewes e in particolare, da Laud, si accinse a restaurare la Chiesa d'Inghilterra verso una vita sacramentale e liturgica più cattolica. Come suo padre prima di lui, anche il re Carlo era un appassionato sostenitore della dottrina del diritto divino dei re, una dottrina che era maggiormente riconosciuta dalla "Chiesa alta" in Inghilterra.

Con il solido sostegno di William Laud, nominato da Carlo Arcivescovo di Canterbury nel 1633, gli arminiani divennero il partito più influente della Chiesa. Infatti gli affari ecclesiastici nel 1630 furono dominati da Carlo e Laud, che si attirarono l'odio della fazione calvinista. Pur desideroso di restaurare la cattolicità della Chiesa, Laud non intendeva riallacciare i rapporti con Roma e poneva un'enfasi speciale sull'uso corretto del Libro della preghiera comune (Book of Common Prayer), che era stato profondamente alterato in alcune diocesi. Fu anche subordinata la predicazione alla preghiera e ai sacramenti nel culto pubblico, correggendo uno squilibrio che si era venuto a creare con la crescita del partito calvinista.

La Santa Eucaristia fu nuovamente considerata come l'azione principale del culto della Chiesa. La dottrina della presenza reale di Cristo nella Comunione tornò a essere insegnata nelle Università. Furono reintrodotti i paramenti ecclesiastici. Le candele vennero accese sugli altari e una maggiore enfasi veniva posta sugli aspetti esteriori del culto, compreso l'uso della musica. In particolare furono restaurati gli altari in pietra negli edifici ecclesiastici, in sostituzione delle tavole della comunione che avevano preso il loro posto durante l'iconoclastia protestante.

Carlo sostenne l'arcivescovo William Laud e i suoi compagni arminiani nei loro sforzi non solo per ragioni politiche, ma apprezzando sinceramente la loro dottrina teologica. I Caroline Divines, nome con cui questo gruppo di teologi è diventato noto, hanno lasciato una ricca eredità di scritti spirituali. La loro influenza ha sostenuto la Chiesa durante i giorni bui del Commonwealth ed è stata riconosciuta nelle generazioni successive come un'età dell'oro dell'anglicanesimo.

William Laud, Arcivescovo di Canterbyry

Con la fine della Guerra Civile e la decapitazione di Laud per ordine del parlamento, Carlo fu lasciato prigioniero dei parlamentari e dei puritani. È ormai ampiamente riconosciuto che gli fu offerta la restituzione del trono se avesse abolito all'episcopato e l'uso del Libro delle preghiere comuni per la liturgia, abbracciando il presbiterianesimo. Il suo rifiuto fu una delle cause - oltre al disconoscimento dell'autorità dell'Alta corte nel giudicarlo - che lo portarono alla  condanna a morte. Ciò avvenne il 30 gennaio 1649. Vi partecipò solo il vescovo William Juxon, che sarebbe succeduto a Laud come arcivescovo di Canterbury alla restaurazione della monarchia nel 1660.

- Rev. Dr. Luca Vona

Per approfondire

Profilo storico di Carlo I Stuart