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Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

martedì 2 novembre 2021

Fermati 1 minuto. Afferràti per la vita eterna

Lettura

Giovanni 6,37-40

37 Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, 38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39 E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. 40 Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno».

Meditazione

La preoccupazione di Gesù di non perdere nulla di quanto il Padre gli ha affidato (v. 39) ricorre frequentemente nel Vangelo di Giovanni: Gesù dona alle sue pecore la vita eterna e nessuno le rapirà dalla sua mano (Gv 10,27-28); ha custodito coloro che il Padre gli ha dato e nessuno è andato perduto tranne il "figlio della perdizione" (Gv 17,12); durante il suo arresto chiede alle guardie dei sommi sacerdoti e dei farisei di lasciare andare i suoi discepoli, affinché nessuno di coloro che il Padre gli ha dato vada perduto (Gv 18,9).

Il nostro desiderio di andare a Cristo è già pegno di salvezza: la sua parola garantisce che egli non respingerà coloro che vengono a lui (v. 39). La sua mano si stende attraverso le tenebre della morte e ci afferra per restituirci alla vita nella resurrezione. 

Coloro che vedono il Figlio di Dio (v. 40) non sono semplicemente coloro che guardano in senso fisico a Gesù; il verbo greco theoreo, infatti, rimanda alla visione interiore, capace di cogliere, mediante la fede, la natura messianica e divina di Gesù. Viene così enfatizzata la responsabilità umana nella salvezza.

Il riferimento all'ultimo giorno (v. 40) è tipicamente giovanneo: in questo passo compare per la prima volta, ma è ripetuto in tre versetti successivi (Gv 6,40.44.54) e sta a indicare la resurrezione e il giudizio finale.

L'ultimo giorno non è per il credente l'ultimo atto della propria parabola terrena, ma l'ingresso nella vita che è donata in abbondanza in Cristo (Gv 10,10), porta di salvezza.

Preghiera

Apri i nostri occhi, Signore, affinché possiamo scorgere oltre l'orizzonte della nostra esistenza terrena la luce della vita senza tramonto, che ci è donata in te. Amen.

- Rev. Dr. Luca Vona