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Il Rev. Dr. Luca Vona
Un evangelico nel Deserto

Ministro della Christian Universalist Association

venerdì 26 gennaio 2024

Roberto, Alberico e Stefano, primi abati di Cîteaux

In questo giorno, nel calendario monastico occidentale sono ricordati i cistercensi Roberto, Alberico e Stefano, primi abati di Cîteaux.
Nella seconda metà dell'XI secolo, Roberto, originario dei dintorni di Troyes, divenne monaco benedettino. Alla ricerca di una più grande semplicità e povertà evangeliche, diede vita a un monastero nella foresta di Molesme, nella diocesi francese di Langres; in breve tempo, però, la nuova fondazione divenne un'abbazia ricca e potente, e Roberto, assieme a una ventina di compagni, la lasciò per proseguire altrove la propria ricerca spirituale.
Sul finire del secolo si stabilì a Cîteaux, ma fu costretto a rientrare a Molesme, dove morì nel 1111. La ricerca di povertà e semplicità nei vari aspetti della vita monastica fu allora portata avanti dai suoi successori al Nuovo Monastero: Alberico e Stefano Harding. Essi guidarono la piccola comunità, attraverso prove molto grandi, a una rinnovata fedeltà alla Regola di Benedetto, e cominciarono a precisarne la forma di vita.
Aveva così inizio la riforma cistercense (da Cistercium, nome latino di Cîteaux), che con l'ingresso nell'Ordine di Bernardo di Clairvaux assumerà un volto e un contenuto spirituale rimasti vivi, tra vicende alterne e ulteriori riforme, fino ai nostri giorni.

Tracce di lettura

Poiché né nella Regola né nella Vita del santo Benedetto [i fondatori di Cîteaux] trovavano che quel loro padre avesse mai posseduto chiese o altari, e neppure leggevano di offerte, di sepolture o di decime ricevute da qualcuno, né di forni o mulini, né di possedimenti rurali o di contadini alle proprie dipendenze, né di donne che fossero entrate nel monastero, né di morti in esso seppelliti, fatta eccezione per sua sorella, rinunciarono a tutto ciò, dicendo: «Quando il santo padre Benedetto insegna che il monaco deve rendersi estraneo alle opere mondane, non fa evidentemente che affermare che queste non devono riguardare le opere e il cuore dei monaci. Ed è proprio col fuggire tali opere che essi devono essere fedeli al nome che portano».
(Piccolo esordio di Cîteaux 15,5-6)

- Dal Martirologio ecumenico della Comunità monastica di Bose